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Cronaca

Processo ponte Morandi, incombe il rischio prescrizione

Il rinvio dell’udienza preliminare all’8 di novembre, dovuto all'istanza di ricusazione del giudice e alle centinaia di richieste di costituzione di parte civile, ha acceso la luce sul rischio di prescrizione per alcuni dei reati oggetto di accertamento

Nel corso dell’udienza preliminare di venerdì 15 ottobre sono stati depositati centinaia di atti di costituzione di parte civile. Il numero definitivo, ancora sconosciuto, si aggira intorno a 300 richieste di entrare nel processo come parti civili. Oltre a quelle già note della Regione Liguria, del Comune di Genova, del Ministero dei Trasporti, delle principali sigle sindacali e della Presidenza del Consiglio dei Ministri ci sono anche centinaia di singole parti private che hanno depositato le loro istanze in udienza.

Un procedimento complesso, con indagini preliminari caratterizzate da un’enorme mole di accertamenti tecnici e ben due incidenti probatori, che ora potrebbe diventare ancora più articolato. Questo si riflette sui tempi della procedura, che rischiano di allungarsi molto e potrebbero arrivare addirittura a far cadere in prescrizione alcuni dei reati collegati al crollo del ponte Morandi.

Le prime fattispecie che potrebbero cadere in prescrizione sono quelle relative ai reati di omissione di atti d’ufficio che, tra quelli oggetto di accertamento, sono puniti con la pena più lieve e quindi con una prescrizione più breve. Se i tempi del processo dovessero però ulteriormente lievitare potrebbero cadere in prescrizione anche i reati più gravi, come quello di omicidio colposo. I tempi della prescrizione iniziano a decorrere dalla data di commissione del fatto e si interrompono con la pronuncia della sentenza definitiva di condanna.

Alla costituzione delle parti civili è stata dedicata praticamente l'intera prima udienza preliminare. Il numero di richieste ha stupito anche i pubblici ministeri, sono arrivate richieste da parte dei legali di molti dei cittadini che hanno perso le loro case, delle aziende danneggiate dal crollo e di molti soggetti che legittimamente chiedono di poter far parte del processo per ottenere un risarcimento.

Questo però ha conseguenze importanti sui tempi, come testimonia il rinvio all’8 novembre dell’udienza che, in un primo momento, era stata fissata per il 27 ottobre. Il Gup, vista la mole dei documenti depositati dai legali delle parti offese, ha deciso per un rinvio più lungo per dare alla cancelleria i tempi necessari a gestire il deposito delle carte.

Le indagini preliminari coordinate dai pubblici ministeri Massimo Terrile e Walter Cotugno si sono svolte in tempi molto rapidi nonostante la difficoltà nella raccolta del materiale probatorio. Ora però il rischio della prescrizione diventa sempre più concreto. All'esito dell'udienza preliminare il Gup dovrà decidere, sulla base di una prima analisi delle prove, quali degli indagati rinviare a giudizio e con quali capi di imputazione. Allo stesso tempo il Giudice dovrà valutare le richieste di costituzione di parte civile e decidere chi sarà ammesso a partecipare al processo.

Il processo penale vero e proprio inizierà solo dopo la conclusione dell’udienza preliminare e l’eventuale rinvio a giudizio degli indagati che, a quel punto, saranno formalmente imputati nel processo. Per questo il Tribunale ha iniziato una corsa contro il tempo per velocizzare l'iter procedimentale. Nel corso della commemorazione delle vittime del ponte Morandi, lo scorso 14 agosto, la Ministra della Giustizia Marta Cartabia aveva promesso rinforzi all’organico del Tribunale di Genova in caso di necessità, un’ipotesi che ora potrebbe diventare concreta.

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