rotate-mobile
Cronaca

Processo Morandi, i difensori sottolineano i difetti costruttivi degli stralli

Nel corso dell'ultima udienza preliminare gli avvocati difensori degli imputati hanno affermato che l'accusa, nella sua ricostruzione dei fatti, ha omesso di specificare le reali cause del crollo, imputabili ai difetti costruttivi originari dell'opera e della pila 9 responsabile del cedimento

Nell'udienza preliminare del processo per il crollo del ponte Morandi, che nell'agosto 2018 ha provocato 43 vittime, continuano a parlare gli avvocati difensori delle 59 persone imputate, oltre alle società Aspi e Spea.

Nell'udienza del 14 marzo ha preso la parola l'avvocato Rinaldo Romanelli, che rappresenta due imputati, che ha richiamato l'attenzione del Gup Faggioni sulle reali cause del crollo che sarebbero da attribuire ad un originario difetto costruttivo della pila 9 del viadotto sul Polcevera, quella resposabile del collasso della struttura.

L'avvocato, nel corso dell'udienza, ha affermato:

"Il pm in dieci udienze non ha parlato dell'unico fatto che ha determinato il crollo del ponte e cioè il difetto di costruzione della pila 9. Nel corso dei lavori, nel 1967, quando venne fatto il pre-tensionamento dei cavi secondari ha ceduto la grata di 25 centimetri e tutti i cavi che c'erano in cima alla pila 9 si sono ammucchiati in un unico fascio".

L'avvocato ha poi continuato ad esporre la sua tesi difensiva sottolineando come il deterioramento delle strutture del ponte Morandi sia iniziato immediatamente dopo la sua costruzione:

"Non sono quindi riusciti a inguainarli, a coprirli. E si sono perfettamente resi conto - ha continuato Romanelli - del fatto che si era verificato questo problema. I periti dicono che si sono resi perfettamente conto del problema. Il fatto che abbiano lasciato i cavi scoperti li ha fatti corrodere dal secondo dopo la costruzione. Ma questi difetti non erano visibili esternamente".

Nella stessa udienza ha parlato anche il legale di tre ex funzionari di Spea, la società incaricata della manutenzione e del controllo delle infrastrutture autostradali, che ha rimarcato la tesi del difetto costruttivo del Morandi e ha ribadito che i suoi assistiti "non hanno ignorato gli allarmi".

Infatti negli incartamenti a corredo del progetto di retrofitting della pila 9, mirato proprio a rafforzare la struttura e mai concretamente eseguito, non c'erano elementi che facessero sospettare gravi difetti o rischi di cedimento. Quei docimenti, ha sottolineato l'avvocato Massimo Ceresa Gastaldo, erano stati "forniti dal concessionario, che dichiarava di svolgere prove riflettometriche".

I reati addebitati agli imputati sono, a vario titolo, di omicidio stradale plurimo, falso, disastro e attentato alla sicurezza dei trasporti. Le persone per le quali i pm hanno chiesto il rinvio a giudizio sono in maggior parte ex manager e tecnici proprio di Aspi e Spea, oltre a funzionari e dirigenti dell'ex ministero delle Infrastrutture.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Processo Morandi, i difensori sottolineano i difetti costruttivi degli stralli

GenovaToday è in caricamento