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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca

Udienza preliminare Morandi, braccio di ferro sulle parti civili

Nel corso dell’udienza dell’8 novembre i legali di Autostrade e Spea hanno chiesto di non ammettere come parti civili il comitato delle vittime e le sigle sindacali. Nella prossima udienza continuerà l’esame delle richieste di costituzione di parte civile

Nella seconda udienza preliminare del procedimento penale sul crollo del ponte Morandi, che vede indagate 59 persone oltre a Società Autostrade e Spea, ci sono stati numerosi momenti di tensione.

Infatti i legali di Società Autostrade e di Spea, oltre a quelli di altri indagati, hanno chiesto al Gup Faggioni di non ammettere come parti civili nel processo enti ed associazioni, tra cui il comitato in ricordo delle vittime del crollo e le principali sigle sindacali.

I legali degli indagati hanno fatto riferimento a norme procedurali e a precedenti giurisprudenziali che ammetterebbero la costituzione di parte civile solo di quelle associazioni costituite prima dei fatti oggetto di processo. L’avvocato del comitato delle vittime si è opposto a questa tesi citando alcune sentenze e processi in cui sono stati ammessi al processo associazioni ed enti costituiti successivamente ai fatti.

Il legale ha citato il processo sulle stragi nazifasciste nell’appennino tosco-emiliano, che ha visto la costituzione della Regione Toscana come parte civile e il processo sull’eccidio di Sant’Anna di Stazzema, nel quale Anpi, l’associazione nazionale partigiani, è stata ammessa come parte civile.

Un'ulteriore criticità nel cammino dell’udienza preliminare arriva anche dall’istanza di costituzione di parte civile presentata dal Comune di Genova e dalla Regione Liguria.

Nel loro atto depositato in udienza, i due enti territoriali liguri, hanno indicato come soggetti responsabili del danno e quindi destinatari delle richieste di risarcimento anche il Ministero delle Infrastrutture e Anas. Infatti tra gli indagati nel procedimento ci sono anche dipendenti di queste società che sarebbero quindi civilmente responsabili per i danni cagionati.

Una questione complicata, infatti se queste richieste di costituzione di parte civile dovessero essere ammesse, il giudice dovrebbe concedere ad Anas e Ministero i tempi tecnici per acquisire tutte le informazioni delle indagini preliminari così da avere la possibilità di difendersi dalle istanze di risarcimento.

Tutte questioni che saranno decise probabilmente nel corso della prossima udienza. Oltre a questo è ancora pendente il giudizio davanti alla Corte di Cassazione sull'istanza di ricusazione della dott.ssa Faggioni, sarà necessario attendere la decisione definitiva prima di procedere con gli eventuali rinvii a giudizio.

Questi fatti potrebbero ulteriormente dilatare i tempi del procedimento, rendendo concreti i timori della Procura e dei familiari delle vittime, che vedono avvicinarsi inesorabilmente i termini di prescrizione dei reati più lievi.

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