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Cronaca

Procuratore Francesco Pinto: "Lavoro precario è 'occasione' per le mafie"

Il magistrato ha parlato nel corso del convegno 'Guerra al narcotraffico' che si è tenuto a Genova in occasione del 30° anniversario della Direzione investigativa antimafia. Nell'incontro si è parlato di criminalità organizzata e del porto di Genova come centro del narcotraffico

Nell'ambito delle celebrazioni del 30° anniversario della Direzione investigativa antimafia, articolazione del Dipartimento della pubblica sicurezza, a Genova è arrivata la mostra “Antimafia Itinerante”, inagurata il 16 maggio al Palazzo Ducale alla presenza del direttore della Dia Maurizio Vallone che ha partecipato poi, insieme al Procuratore Francesco Pinto, al convegno sul narcotraffico.

Durante l'incontro si è parlato di un fenomeno che ormai da molti anni è presente in Liguria e, in particolare, al porto di Genova, centro nevralgico del traffico di stupefacenti nel Mediterraneo. In particolare i realtori hanno posto l'accento sul legame tra crisi economica, precariato e facilità per le mafie di reclutare persone non affiliate ma che lavorano per le organizzazioni.

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Ne ha parlato anche il procuratore Pinto, che ha specificato come "Soprattutto la 'ndragheta ha creato avamposti nei porti, facendo leva sulla crisi economica e del lavoro". Durante il convegno è stato spiegato come i proventi della vendita di droga siano poi utilizzati dalle organizzazioni criminali per 'inquinare' l'economia sana, in particolare attraverso finanziamenti ad imprese in crisi che passano così sotto il controllo delle cosche.

Francesco Pinto ha sottolineato l'importanza di tenere accesi i riflettori sul fenomeno: "La società civile non sempre è attenta a tutto questo. Ci sono numerosi casi di notai e commercialisti che avrebbero l'obbligo di segnale operazioni sospette e che invece non segnalano".

Al convegno 'Guerra al narcotraffico' hanno partecipato anche il sostituto procuratore della Direzione nazionale antimafia di Roma Anna Canepa, il vicedirettore tecnico operativo della Dia Nicola Atiero, il direttore del 3° servizio della Direzione centrale per i servizi antidroga Giancarlo Scafuri e il direttore della 2a Divisione del servizio centrale operativo della polizia Marco Martino.

I relatori, nel corso dell'incontro, si sono poi concentrati sull'evoluzione della criminalità organizzata e sui modi più efficaci per contrastarla, sono stati anche evidenziati i risultati ottenuti negli ultimi anni, grazie soprattutto alla collaborazione tra le forze dell'ordine e i magistrati di tutto il mondo.

Il direttore della Dia Maurizio Vallone ha chiusi il convegno dicendo: "Le mafie non sono una pagina di storia ma sono ancora presenti. Sono in un momento di sommersione perché non vogliono provocare la reazione dello Stato. E in questo momento tendono a fare affari, a riciclare gli ingenti guadagni derivanti dal traffico della droga. Vogliono entrare negli appalti e impadronirsi dell'economia. Ma oggi si può contrastarla grazie agli strumenti che il Governo ci ha messo a disposizione con il Pnnr e le innovazioni normative che estendono i poteri dei Prefetti sulle interdittive antimafia".

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