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Cronaca

Poste, "no" alla privatizzazione: corteo e traffico in centro

Mattinata di manifestazione a Genova per lo sciopero generale dei dipendenti di Poste Italiane per dire "no" alla privatizzazione. Traffico e corteo in centro

"No alla privatizzazione". Questo l'urlo dei dipendenti di Poste Italiane, quasi 400 lavoratori scesi in piazza questa mattina, venerdì 4 novembre, per protestare contro la privatizzazione in concomitanza con la protesta generale nazionale.

Il concentramento alle ore 9,00 presso la stazione Principe, da dove il corteo si è mosso per raggiungere la Prefettura in largo Lanfranco passando per via Gramsci e piazza Corvetto bloccando il traffico cittadino fino alle ore 11.00. Presenti tutti i gruppi sindacali (tranne la UIL che aveva già deciso di non aderire in precedenza).

Le organizzazioni sindacali - come recita il comunicato - ritengono estremamente grave e antieconomica, l’intera operazione di dismissione da parte dello Stato, in considerazione che dal 2002 a oggi Poste Italiane ha sempre avuto bilanci positivi e ha versato consistenti dividendi al Ministero del Tesoro, azionista di riferimento. La ritengono grave a maggior ragione per il ruolo infrastrutturale strategico di Poste italiane, che solo il governo pubblico può sfruttare a vantaggio del sistema economico del paese con i dovuti e necessari investimenti.

Si tratta di una privatizzazione che ha il solo fine di fare cassa e recuperare qualche miliardo di euro per incidere in quantità insignificante sul debito pubblico, ma che non tiene in considerazione il ruolo sociale svolto da Poste Italiane sull’intero territorio e mette in discussione non solo anni di sacrificio e di lavoro dei dipendenti profusi per darle una dimensione d’impresa tra le più importanti in Italia, ma anche il futuro svolgimento del servizio universale, l’unitarietà dell’Azienda e la sua tenuta occupazionali, che è proprio una delle reali preoccupazioni dei lavoratori insieme ai grandi disagi che si andrebbero a creare anche all’utenza, in quanto il piano prevede la chiusura di uffici postali e riduzioni nel servizio di recapito.

 

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