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Cronaca

Il futuro papà, l'imprenditrice, il pittore: le storie dei sopravvissuti di Ponte Morandi

Dall'ex portiere del Cagliari che oggi lavora come pompiere all'autista del camioncino Basko rimasto sull'orlo del baratro

Mentre si continua a cercare tra le macerie del crollo di Ponte Morandi emergono le storie dei tanti sopravvissuti al disastro.

Davide, il portiere pompiere

Tra le prime che hanno fatto il giro del web quella del portiere del Legino Davide Capello, nato a Nuoro nel 1984, ha una carriera da professionista alle spalle con le maglie (tra le altre) di Cagliari, Olbia, Nuorese e Savona, oggi ha cambiato vita e lavora come pompiere. Martedì 14 agosto stava viaggiando sulla A10 in verso Genova ed è transitato sul ponte proprio nel momento in cui è collassato. Nonostante un volo di decine di metri è riuscito a uscire con le proprio gambe dall'auto dopo essere precipitato tra le macerie ed è riuscito a chiamare il padre per rassicurarlo sulle sue condizioni. Subito soccorso dal 118 è stato poi trasportato all'ospedale. 

Giulia e Gianluca, futuri genitori: «Quando Pietro sarà grande gli dirò che il 14 agosto del 2018 ha salvato suo papà dandogli la forza di rimanere aggrappato»

C'è poi la storia di Gianluca Ardini, un commerciante di 29 anni rimasto aggrappato al proprio furgone dopo un volo di 40 metri e salvato dai vigili del fuoco. Per ore era rimasto nell'elenco dei dispersi, ma in realtà era già ricoverato in ospedale con lacerazioni e una frattura scomposta, ma ancora vivo. La sua compagna aspetta un bambino e, forse, anche la volontà di veder nascere il proprio figlio, che si chiamerà Pietro e nascerà a settembre l'ha aiutato a sopravvivere. Purtroppo un collega che era con lui non ce l'ha fatta.

La sua compagna, Giulia Organo, che domani compie 28 anni è stata raggiunta da GenovaToday e ha spiegato: «Gianluca è ricoverato in terapia semiintensiva, ha una frattura importante alla spalla ed è stato operato. Ha anche altre fratture sparse tra cui costole, una vertebra e il bacino, ma piano piano si sta riprendendo. Chiaramente ha subito uno schock che dovremo superare entrambi».

Tornando a quei terribili momenti di attesa senza avere notizie Giulia racconta: «Sono state le ore più lunghe e disastrose della mia vita, ero disperata perché fino alle 15.00 non ho avuto sue notizie. Non ho avuto il coraggio di rispondere al telefono quando è squillato, lo ha fatto mia mamma, ma quando ho sentito che era vivo sono crollata e mi hanno ceduto le gambe. Mio padre mi ha preso al volo».

A settembre nascerà anche il piccolo Pietro: «Quando sarà grande - racconta ancora Giulia - gli dirò che il 14 agosto del 2018 ha salvato suo papà dandogli la forza di rimanere aggrappato. Per il mio compleanno, sabato 18 agosto, ho ricevuto il più bel regalo che potessi desiderare, avere ancora al mio fianco la persona che amo».

Non manca, infine, il ricordo per chi, purtroppo, non è riuscito a sopravvivere: «Siamo vicinissimi ai parenti delle vittime  che invece non hanno avuto la nostra stessa sorte. Poteva esserci anche Gianluca in una bara oggi, e siamo particolarmente vicini alla famiglia del suo collega che purtroppo non ce l’ha fatta».

L'autista del camioncino Basko e il pittore

Ha fatto invece il giro del mondo l'immagine del camioncino della Basko rimasto sull'orlo del baratro. A bordo c'era un genovese di 37 anni che è riuscito a salvarsi frenando appena in tempo e scappado poi a piedi.

Subito dietro di lui, un pittore di Ravenna che si trovava a bordo della propria auto: è stato preso in carico dagli psicologi inviati dalla Protezione Civile e si trova al Centro Civico Buranello in un profondo stato di choc e traumatizzato.

L'imprenditrice di Serra Riccò

Anche Marina Guagliata (58 anni), nota per essere la titolare dell'azienda di Serra Riccò che si è occupata di realizzare i famosi ombrelli colorati che hanno cambiato volto alle vie di Genova in occasione di Euroflora, è scampata al disastro. Per ore è rimasta sotto alle macerie con la figlia Camilla (24), entrambe sono poi state salvate dai vigili del fuoco e ricoverate all'ospedale Villa Scassi di Genova. 

Il camionista

Vivo, ma in gravi condizioni, anche Marian Roşca, 36enne della Romania, di Curtişoara, che era alla guida del suo camion quando il ponte è collassato: da anni viveva in Francia, riportano fonti locali romene, aveva lasciato il suo paese per cercare una vita migliore. Inizialmente era stato inserito nella lista delle persone morte nel crollo, ma poi è stato fortunatamente trovato tra i feriti ricoverati all'ospedale San Martino.

La testimonianza di Criscito

Tra coloro che avrebbero potuto essere coinvolti dal crollo anche il difensore del Genoa Mimmo Criscito che, come ha scritto in un post sulla propria pagina Instagram è transitato pochissimi minuti prima del crollo: «Scrivo questo messaggio per tutti quelli che mi stanno scrivendo preoccupandosi di me e della mia famiglia... Stiamo tutti bene anche se siamo passati su quel ponte esattamente dieci minuti prima del crollo. Sono vicino a tutte le famiglie delle vittime. Non è possibile che un ponte di un'autostrada possa crollare in questo modo. Bisogna fare qualcosa per questo Paese... La gente scappa proprio per queste cose... Abbiamo bisogno di sicurezza, abbiamo bisogno che qualcuno faccia qualcosa.... Questo è uno schifo».

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