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Cronaca Campi / Via Giorgio Perlasca

Greggio nel Polcevera, prime chiazze in mare aperto. E ora si teme la pioggia

Proseguono senza sosta le operazioni di messa in sicurezza e bonifica dopo la rottura della tubatura Iplom. Parte del petrolio ha superato la diga, e il timore è che il peggioramento delle condizioni meteo aggravi la situazione

A poco più di due giorni dalla rottura della tubatura dell’oleodotto Iplom e del conseguente sversamento di migliaia di litri di petrolio nei rii Pianego e Fegino e nel Polcevera, si continua a lavorare per tentare di arginare quello che tutti hanno ormai definito un vero e proprio disastro ambientale: mentre si attendono i tecnici della Protezione Civile nazionale, inviati dal presidente Fabrizio Curcio su richiesta della Regione, alla foce del Polcevera proseguono le operazioni finalizzate a recuperare il greggio finito in mare, che dalla diga foranea ha raggiunto il mare aperto.

La preoccupazione riguarda in particolare il weekend, quando è atteso un peggioramento meteo che potrebbe portare piogge e un aggravamento della situazione, come ha ribadito ieri il governatore della Liguria, che a margine del tavolo d’emergenza organizzato in Prefettura ha sottolineato la necessità di mantenere alta l’attenzione e procedere speditamente con i lavori di bonifica, che al momento riguardano oltre 4 km di fiume, sequestrati dalla Procura nell’ambito dell’inchiesta per disastro colposo a carico di ignoti: «Serve un cambio di passo entro venerdì, non possiamo permetterci il lusso di perdere tempo». 

«Nelle prime ore l'intervento è stato particolarmente efficace e ha limitato il danno. Non vorrei che calasse la tensione e si lasciassero dormire le cose. C'è bisogno invece di dare una vera svolta per mettere completamente in sicurezza il territorio interessato dal disastro, e questa riunione ha avuto il compito di stabilire un cronoprogramma dei lavori - ha proseguito Toti - La riunione di questa sera ha avuto il compito di tracciare un cronoprogramma per le prossime ore per limitare il danno anche se dovessero cambiare tempo e venti in modo da limitare le esposizioni al rischio. Aumenteremo gli sforzi per prevenire i rischi dovuti a un eventuale maltempo». Un appello indirizzato soprattutto a Iplom, che si sta occupando delle operazioni di bonifica e ripulitura dell’alveo del fiume: «Ci stiamo muovendo con mezzi regionali, comunali e della Prefettura, credo ci siano le condizioni per fare di qui a venerdì un buon lavoro e una prima messa in sicurezza definitiva dell’area, il lavoro di bonifica è altra cosa, sarà più complesso e più lungo».

Sicuramente settimane, se non mesi, è la previsione delle forze scese in campo per rimediare al disastro, che nelle ultime 60 ore hanno lavorato senza sosta occupandosi anche delle prime vittime, e cioè pesci, rane e uccelli che popolano il Polcevera. Decine i salvataggi di germani reali, oche, anatre, cormorani e gabbiani ritrovati con il piumaggio incrostato di petrolio e con sintomi di intossicazione, mentre tra le chiazze oleose affiorano i corpi dei pesci. La Procura intanto continua a indagare sulle cause dello sversamento, avvenuto domenica intorno alle 19,40, stando a quanto dichiarato da Iplom durante il trasferimento del petrolio da una nave ormeggiata nel Porto Petroli. Cociv, general contractor per la realizzazione del Terzo Valico, ha intanto fatto sapere in una nota di essere «totalmente estraneo all’incidente. La Direzione del Consorzio precisa che nessun cantiere o lavoro connesso con la realizzazione del Terzo Valico  è stato eseguito nelle aree  in cui è avvenuta la rottura dell’oleodotto distanti dalle opere stesse di oltre 1 km».

E mentre da Asl e Arpal, che ha stimato lo sversamento di greggio intorno ai 600 metri cubi e continuato a effettuare campionamenti, arriva la rassicurazione sul fatto che non ci sarebbero rischi per la salute pubblica, i residenti di Borzoli e Fegino, amareggiati e preoccupati per l’aria irrespirabile e per i primi malori registrati, sono insorti in consiglio Comunale contestando il sindaco Marco Doria durante il suo intervento sulla questione: «Il fatto avvenuto è molto grave e significativo dell’attenzione costante che dobbiamo avere quando ospitiamo sul territorio impianti complessi. I rischi relativi alla salute dei cittadini investono la responsabilità del sindaco, che si deve attenere alle indicazioni di Asl e Arpal – ha specificato Doria – Dalle rilevazioni di Arpal, iniziate dalla mezzanotte di domenica e proseguite regolarmente, non sono emersi sforamenti ai limiti di legge relativamente alla presenza di idrogeno solforato. Il Comune ha comunque fatto richiesto ad Arpal e Asl di monitorare la qualità dell’aria quotidianamente e con gli strumenti più idonei, per consentirci di assumere i provvedimenti adeguati a tutelare la salute pubblica».
 

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