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Cronaca

Peste suina, animalisti contro Toti: "No all'abbattimento indiscriminato"

L'associazione Lndc Animal Protection ha annunciato un ricorso al Tar: "Pur essendo astrattamente finalizzate alla tutela della salute pubblica, si tratta di previsioni irragionevoli alle quali ci opponiamo fermamente"

Animalisti contro il presidente Giovanni Toti dopo l'ordinanza lregionale (arrivata dopo quella ministeriale) per il contenimento della peste suina africana che dispone l'abbattimento di circa 500 animali oltre a spiegare nel dettaglio quali sono le attività consentite (qui il riepilogo). 

Lndc Animal Protection (Lega Nazionale difesa del cane), attraverso il responsabile diritti animali Michele Pezone, ha affermato: "Se da un lato si comprende la necessità di fronteggiare questa patologia virale, contagiosa e spesso letale per suini e cinghiali ciò che desta sgomento è la disposizione contenuta nell’ordinanza della Regione Liguria che impone l’immediato abbattimento dei suini, anche sani, in attività familiari e l'immediata macellazione dei suini negli allevamenti bradi e semibradi, oltre all'abbattimento dei cinghiali nelle Zac, zone di addestramento cani  l’immediata macellazione negli allevamenti misti di cinghiali e suini. Pur essendo astrattamente finalizzate alla tutela della salute pubblica, si tratta di previsioni che appaiono eccessive ed irragionevoli e che meritano di essere ritirate".

"Chiediamo al governatore della Liguria - prosegue l'associazione - di ritirare immediatamente l’ordinanza che vedrebbe l’abbattimento indiscriminato dei circa 500 maiali allevati tra le province di Genova e Savona e di tutti i capi non solo di allevamenti bradi e semibradi, ma anche dei maialini vietnamiti o di animali salvati e tenuti in fattorie o rifugi". 

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