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Cronaca

Delitto Scagni: "Alberto è seminfermo di mente", potrà ottenere sconto di pena

La relazione è arrivata al termine di una serie di colloqui nel carcere di Marassi. La perizia sarà discussa nel corso dell’udienza fissata per il prossimo 3 novembre

"Alberto è seminfermo di mente". È quanto ha stabilito Elvezio Pirfo, il perito del giudice per le indagini preliminari Paola Faggioni. La relazione è stata depositata e sarà discussa il 3 novembre. 

Alberto Scagni il primo maggio scorso ha ucciso a coltellate la sorella Alice sotto casa dopo aver pre-annunciato il delitto in una telefonata shock ai genitori registrata dal padre: "Se non vedo i soldi sul conto entro 5 minuti, lo sai dove sono stasera Alice e Gianluca?".

Secondo fonti investigative, nella perizia psichiatrica si legge che: "Alberto Scagni  è portatore fin dalla prima età adulta di un grave disturbo di personalità di tipo antisociale, narcisistico e borderline complicato da un disturbo di poliabuso di sostanze psicoattive (alcol e cannabis). Non è affetto da schizofrenia. Al momento dell'arresto non era in condizione critica da astinenza da sostanze psicoattive da fare ipotizzare l'esistenza di una cronica intossicazione". 

Per il perito Pirfo: "Scagni ha una infermità mentale per cui la sua capacità di intendere e volere risultava grandemente scemata ma non del tutto esclusa. È capace di stare in giudizio". La condanna del 42enne, difeso dagli avvocati Elisa Brigandì e Maurizio Mascia, dovrà dunque essere ridotta secondo quanto previsto dal codice per l’omicidio volontario. Alberto potrebbe anche affrontare un interrogatorio alla luce del quale i suoi legali potranno chiedere in futuro una nuova perizia.

Delitto Scagni, una borsa di studio intitolata ad Alice per agenti di polizia

Dopo l'omicidio la procura aveva aperto un fascicolo per omissione. Anche i genitori, tramite l'avvocato Fabio Anselmo, avevano presentato in procura un esposto per omissione di atti d'ufficio e morte come conseguenza di altro reato. I familiari hanno puntato il dito contro le omissioni delle forze dell'ordine e della dottoressa della Salute mentale. Per mamma e papà sarebbero stati sottovalutati gli allarmi e le richieste di aiuto alle forze dell'ordine: se fossero stati ascoltati e se si fosse intervenuti, Alice si sarebbe salvata. 

Nella denuncia, i genitori avevano riportato l'escalation di violenza prima dell'omicidio: dai pugni contro la casa della nonna in piena notte e il tentato incendio della porta dell'anziana, fino alla telefonata di minacce fatta ai genitori sette ore prima dell'omicidio.

"Ora la Procura ha responsabilità doppia per garantire verità e giustizia a noi e ai nostri figli", ha commentato a GenovaToday la mamma Antonella Zarri alla notizia della perizia psichiatrica.

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