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Cronaca Albaro / Piazza Henry Dunant

Esenzioni fiscali col 'trucchetto': ispettori in palestra

Il centro fitness, con tanto di spa e piscina, era stato inquadrato come associazione sportiva dilettantistica, godendo così delle agevolazioni fiscali. Dagli accertamenti, invece, è emerso che le attività svolte erano a scopo di lucro

Gli ispettori della direzione territoriale del lavoro e dell'Inps stanno passando al setaccio i conti di diverse palestre alla ricerca di eventuali illeciti. In particolare hanno scoperto una maxi evasione fatta in una palestra in un quartiere 'vip'.

Il rapporto stilato dall'ispettorato parla chiaro: 96 rapporti di lavoro riqualificati, recuperati contributi e premi su imponibile per quasi 600 mila euro e irrogati oltre 100 mila euro in sanzioni amministrative.

Il centro fitness, con tanto di spa e piscina, era stato inquadrato come associazione sportiva dilettantistica, godendo così delle agevolazioni fiscali, e aveva inquadrato gli istruttori con un contratto di collaborazione sportiva, che prevede l'esenzione completa da contributi e tasse sotto una determinata soglia dei compensi, inquadrati fiscalmente come 'redditi diversi'.

Dagli accertamenti, invece, è emerso che le attività svolte, da aprile 2010 a dicembre 2012 avevano caratteristiche incompatibili con qualsivoglia natura dilettantistica e non lucrativa.

Nel dettaglio è emerso che le singole attività sportive svolte dalla Società si configurano costantemente non correlate e nemmeno propedeutiche a manifestazioni sportive di carattere oggettivamente dilettantistico-amatoriale.

Le attività della palestra e della piscina, con i corsi collegati, si svolgono con modalità del tutto analoghe e di per sé non distinguibili da quella di altre strutture sportive gestite da imprenditori commerciali.

Per gli ispettori del lavoro e dell'Inps, inoltre, i frequentatori della struttura, a fronte di un formale tesseramento a un'associazione di livello nazionale, sottoscrivevano in realtà specifici 'pacchetti' di durata e importo variabile rispetto ai corsi frequentati, pagando un congruo corrispettivo.

Infine, gli ispettori hanno scoperto che l'addetta alla reception era completamente in nero. Nel suo caso, è stata contestata ai legali rappresentanti della società anche la maxi-sanzione, per un importo complessivo di 2.250 euro, oltre ai premi e contributi, relativi alle 20 giornate accertate lavorate non in regola.

La società promette battaglia legale. A suo dire, il problema deriverebbe dal fatto che all'interno della struttura si svolgono diverse attività, riconducibili però a società diverse.

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