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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca

Ospedali al collasso, pronto un piano d'emergenza per l'Epifania

Le strutture cittadine reggono a fatica sotto il peso dell'epidemia d'influenza, e la Regione corre ai ripari in vista dell'ultimo weekend festivo

«È appropriato usare Il termine "emergenza" per definire la situazione ai pronto soccorso durante le festività»: così Sonia Viale, assessore regionale alla Sanità, ha parzialmente ammesso il collasso delle strutture ospedaliere cittadine e dei pronto soccorso sotto il peso di centinaia di accessi quotidiana praticamente impossibili da smaltire. Parzialmente, perché pur sottolineando che «abbiamo avuto un picco di accessi dovuto all’arrivo in anticipo dell’influenza in coincidenza con le polmoniti», la vicepresidente della Regione è tornata a dire che «il sistema ha retto, e parlare di 'catastrofe' è completamente fuori luogo", ha commentato Viale. La scorsa settimana ha visto il record di ambulanze accolte negli ospedali liguri, con un aumento del 35% rispetto alla media annuale».

«Tutti i codici più gravi, rossi e gialli, sono stati affrontati nei tempi previsti dalla legge. I codici verdi, non in pericolo di vita, hanno aspettato meno di quattro ore. Per i codici bianchi, cioè chi viene all’ospedale per mal di stomaco o mal di testa, i tempi sono stati naturalmente più alti. Abbiamo inoltre risolto il problema della permanenza in barella, con il 15% in meno al San Martino e il 26% in meno a Villa Scassi», ha concluso Viale, che ha tracciato un bilancio delle ultime difficili settimane nel corso della riunione del Diar (Dipartimenti Interaziendali Regionali del sistema dell'emergenza-urgenza) che si è tenuta nella sede di Alisa proprio per fare il punto sulla situazione nei Pronto soccorso. Alla riunione hanno partecipato. Con lei anche il commissario straordinario di Alisa, Walter Locatelli, i direttori sanitari delle Asl regionali e i dirigenti degli ospedali cittadini.

I numeri dell'emergenza

La situazione a oggi resta critica: Villa Scassi e Galliera, in particolare, sembrano risentire del flusso costante di accessi e dell’epidemia di influenza arrivata in anticipo, e se nei pronto soccorso i tempi di attesa per una visita sono di ore, la mancanza di posti letto e in certi casi di barelle complica ulteriormente la situazione.

«Il sistema ha risposto in modo ordinato all'emergenza - ha sottolineato il commissario di Alisa, Walter Locatelli - Alcune criticità restano, ma stiamo per raggiungere l'obiettivo di un tempo d'attesa massimo in barella di 8 ore, 12 ore nel periodo notturno, e contiamo di aumentare la copertura vaccinale anti-influenzale per arrivare alla soglia nazionale del 60% nelle categorie a rischio».

La Asl 1, fa sapere la Regione, ha trattato circa 300 pazienti al giorno, di cui il 20% da fuori regione. Percentuale che sale al 30% per la Asl 2, che ha anche osservato un aumento dei pazienti anziani. Notevoli gli afflussi nell’area metropolitana genovese, dove da oggi sono stati attivati altri 15 posti letto per acuti dopo che i primi 14 previsti dal piano straordinario sono stati tutti occupati. La Asl 4 ha visto un aumento del 5% degli accessi, mentre nella Asl 5, dove la situazione non è critica, sono state 1.082 le visite domiciliari della Guardia Medica nell’ultima settimana di dicembre. 

I provvedimenti per l'Epifania

Puntare sui vaccini è una delle strategie messe a punto dalla Regione in vista del nuovo picco influenzale atteso per la metà di gennaio: a oggi in Liguria sarebbero poco più del 45% gli over 60 che lo hanno fatto, e l’obiettivo imposto dal Ministero - il 60% della popolazione regionale - è decisamente lontano. Ma più a breve termine sono necessarie misure in grado di consentire agli ospedale di far fronte all’afflusso crescente, soprattutto in vista dell’Epifania: tra i provvedimenti adottati ci sono i posti letto aggiuntivi nelle Rsa finanziati dalla Regione per accelerare le dimissioni nei reparti, ulteriori posti letto nell’area di Crisi del Galliera (da 12 passeranno a 25) e al Villa Scassi (15 in più) e il rafforzamento delle aree accoglienza, triage e a conduzione infermieristica del Galliera.

Non è chiaro se saranno sufficienti a gestire l’emergenza: a oggi il problema più grave resta un mix di tre fattori, e cioè l’influenza anticipata che spesso degenera in polmonite, la mancanza di personale sanitario e il periodo festivo che di fatto ha lasciato i genovesi senza gran parte dei medici di famiglia. E la Guardia Medica non riesce a gestire il flusso di chiamate, pur potenziata, tanto che in molti sono stati costretti a rivolgersi a un servizio privato, a pagamento, per la visita a domicilio. Da parte dell’assessore Viale, la promessa di potenziamento anche in questo caso.

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