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Giovedì, 18 Aprile 2024
Cronaca

Orche in porto, l’istituto Tethys: «Il piccolo sembra ormai morto»

La no-profit conferma la peggiore delle ipotesi: il cucciolo di orca non sarebbe sopravvissuto, e per questo il pod si è trattenuto in zona

Alla fine la peggiore delle ipotesi si è rivelata corretta: il piccolo di orca avvistato domenica con il suo pod - alla fine di cinque esemplari, compresa la mamma e tre altri adulti, di cui uno giovane - nelle acque antistanti il porto di Pra’-Voltri sarebbe morto.

A confermarlo è stato prima l’Istituto Tethys, specializzato nell’osservazione e nella tutela dei cetacei, e poi gli esperti dell'Acquario: «Sembra proprio che il piccolo di orca nel porto di Genova Voltri sia morto, come purtroppo ci aspettavamo», scrivono su Facebook dalla no-profit, avvalorando ciò che diversi esperti avevano già ipotizzato. E cioè che la madre lo stesse sorreggendo, come fosse ancora vivo, e che il gruppetto rimanesse nella zona, senza prendere il largo, proprio per le sue condizioni.

«La madre lo porta ancora con sé, come per farlo respirare, un comportamento che è stato osservato spesso nei cetacei - confermano dall’Istituto Tethys - Nel Pacifico una femmina, nota ai ricercatori come "Talequah", si portò in giro il suo piccolo morto per oltre due settimane, come se non riuscisse a farsene una ragione. Anche nella zona di studio in Grecia ionica di Tethys, l'Ionian Dolphin Project il nostro collega Joan Gonzalvo ha osservato un comportamento simile nei tursiopi ben due volte».

I timori espressi da diversi ricercatori nei giorni scorsi sembrano insomma essersi rivelati, purtroppo, corretti. La conferma ufficiale non è ancora arrivata - la Guardia Costiera è uscita nuovamente in mattinata con una pilotina per monitorare il pod da lontano - ma restano ormai pochi dubbi sulla sopravvivenza del piccolo di orca. Il sospetto, inoltre, è che siano due i piccoli morti, anche alla luce della testimonianza del pescatore che domenica per primo ha avvisato il gruppo, e che ha parlato di due esemplari "cuccioli".

Inizialmente esperti e ricercatori avevano ipotizzato che il pod rimanesse davanti al porto, senza prendere il largo, proprio per il piccolo scomparso, e nelle ultime ore si è affacciata anche l'ipotesi che il pod fosse composto da tre femmine, un maschio adulto e un solo piccolo. A oggi le osservazioni sono state fatte solo sulla base del monitoraggio della rotta che il pod avrebbe percorso, ricostruendo le tappe e gli avvistamenti, ma nel porto di Genova non è stato effettuato alcun sopralluogo subacque con sonde o altra attrezzatura in grado di osservare il branco sotto il livello del mare.

«Non è possibile alcun tipo di intervento di soccorso - aggiungono dall'Acquario di Genova, che oggi ha effettuato un nuovo sopralluogo - gli esperti si possono limitare alla sorveglianza e al monitoraggio del gruppo di animali per ottenere informazioni indirette sul loro stato di salute. Si spera che le condizioni meteo marine dei prossimi giorni consentano agli esperti di tornare per effettuare osservazioni migliori».

«Per garantire agli animali, che certamente si trovano in una situazione di stress, il minor disturbo possibile - ricordano ancora dall'Acquario - permane la validità dell’ordinanza emanata ieri dalla Capitaneria di Porto di Genova per limitare l’interferenza tra l’attività di navigazione e la presenza dei cetacei. È vietata pertanto la navigazione e qualsiasi attività subacquea nell’area della cosiddetta “zona di precauzione” prospiciente l’ingresso al bacino portuale di Prà».

La speranza, adesso, è che il pod - appartenente, pare, alla colonia di orche di Gibilterra - prenda il largo al più presto, allontanandosi da un mare che non rientra nel loro habitat ottimale, per nutrirsi.

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