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Cronaca

Scienziati in riunione per le orche, gli esperti islandesi: «Ecco perché potrebbero restare in porto»

Orca Guardians Iceland, che è riuscito a identificare il pod con il materiale fotografico di numerose associazioni, avanza alcune ipotesi sulle motivazioni alla base del comportamento dei cetacei

Riunione, martedì mattina, nella sede della Capitaneria di Porto per discutere del caso delle orche che ormai da due settimane stazionano nel bacino portuale di Pra’-Voltri. I quattro esemplari, in particolare quello che è stato identificato in Dropi, il giovane maschio, iniziano ormai a mostrare segni di deperimento, e la comunità scientifica (insieme con le migliaia di persone che ormai da giorni seguono con costanza gli aggiornamenti) è ormai molto preoccupata per il loro benessere.

Al tavolo partecipano rappresentanti dell’Istituto Tethys, dell’Istituto zooprofilattico sperimentale Piemonte, Liguria e Valle d'Aosta, esperti e biologi dell’Università di Genova e di Menkab, dell’Università di Pisa, dell’Acquario di Genova e di Whalewatch Genova, con Ispra in collegamento telefonico. La riunione è finalizzata a fare il punto sul caso, di cui si è interessato anche il Ministero dell’Ambiente, e a raccogliere le varie osservazioni fatte sino a oggi utilizzando anche il materiale fotografico accumulato (che ha consentito di identificare il pod come un gruppo appartenente a una colonia islandese) e le registrazioni audio ottenute attraverso la calata in mare di un idrofono.

VIDEO | Orche in porto, il lamento straziante di mamma orca per il suo piccolo

A oggi gli esperti non hanno ancora trovato una spiegazione definitiva sulla lunga permanenza delle orche in rada. Il corpo del piccolo morto, che mamma orca ha portato con sé per giorni, potrebbe contribuire a fare luce su eventuali patologie che uno o più esemplari potrebbero avere contratto, ma ancora non c’è traccia della carcassa: un avvistamento ieri all’altezza di Noli si è rivelato alla fine un falso allarme.

Orca Guardians Iceland, intanto, continua a fornire aggiornamenti per contribuire allo studio di un fenomeno che appare più unico che raro tenuto conto della distanza percorsa dal pod - 5.200 km - e della scelta di restare in porto: «Una delle possibili spiegazioni per il comportamento delle orche di Genova è la presenza di piccoli tonni vicino al porto, cibo di cui potrebbero nutrirsi - fanno sapere i “guardini islandesi” - Il gruppo potrebbe uscire per cercare altre fonti di nutrimento, e non trovando niente tornare nella stessa zona. È solo una teoria, ma è frequente in Islanda osservare le orche nutrirsi nello stesso punto per diversi giorni, e poi esplorare l’area per trovare un altro punto e infine tornare nel precedente, che si rivela quello migliore per mangiare».

La questione principale, sottolineano dall’Islanda, è se le orche si stanno nutrendo in porto e se è mai stato osservato un comportamento simile: «Abbiamo avuto modo di osservare spesso le orche inseguire e spingere il singolo pesce con il muso davanti a loro, e se le orche si stanno nutrendo vicino al porto questo tipo di comportamento potrebbe indicare che stanno facendo lo stesso - fanno sapere, lanciano un appello e allegando la foto di un'orca impegnata proprio a inseguire un pesce come esempio - Chiunque le abbia fotografate può guardare gli scatti e cercare di individuare un simile comportamento. A oggi non abbiamo avuto modo di vedere nulla di simile nelle foto che abbiamo visionato, e il mare mosso non aiuta. Se volete inviarci materiale simile, contattateci».

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