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Cronaca Sestri Levante

Omicidio di Sestri Levante, trovato il dna di Ginocchio sulle fascette

L'esame delle strisce di plastica usate per strangolare Antonio Olivieri, 50 anni, ha portato alla luce materiale biologico compatibile con quello del 45enne di Cavi, già arrestato per il delitto

Potrebbero essere le fascette da elettricista usate per strangolare Antonio Oliveri a incastrare Paolo Ginocchio per l’omicidio dell’artigiano 50enne di Sestri Levante. Gli esami condotti sulle strisce di plastica trovate intorno al collo dell’uomo, infatti, hanno portato alla luce dna compatibile con quello di Ginocchio, nuovo compagno di Gesonita Barbosa, ex moglie di Olivieri.

Per gli investigatori sarebbe una prova ulteriore della responsabilità del 45enne di Cavi di Lavagna, arrestato lo scorso dicembre insieme con la 35enne Barbosa: secondo l’accusa sarebbe stato lui a uccidere materialmente Olivieri su richiesta della donna, che con l’ex marito aveva diversi conti in sospeso legati a questioni economiche e all’affidamento dei figli. 

L’ipotesi, anche alla luce delle tracce trovate nello scantinato in cui il corpo dell’artigiano è stato scoperto, è che Ginocchio abbia toccato le fascette prima di indossare i guanti che avrebbe tenuto durante l’aggressione, lasciando così materiale biologico sulla plastica. 

La ricostruzione dell’omicidio

Quello che è successo la notte tra il 22 e il 23 novembre scorsi, la Squadra Mobile del dirigente Marco Calì sembra essere riuscita a ricostruirlo. Sfruttando le immagini delle telecamere di sorveglianza e i tabulati telefonici, gli investigatori hanno individuato l’auto di Ginocchio lasciare due volte l’appartamento di Cavi che l’uomo condivide con la Barbosa e arrivare nei pressi del palazzo in cui viveva Olivieri. Una prima volta tra le 23 e le 24, la seconda tra le 5 e le 6 del mattino, orario in cui sarebbe avvenuto l’omicidio. 

Ginocchio, secondo l’accusa, avrebbe usato un finto black-out (di cui Olivieri non si sarebbe accorto la prima volta perché già addormentato) per attirare l’artigiano in cantina, colpirlo alla testa con un oggetto pesante e poi finirlo con le fascette. Poi la fuga, sempre a bordo della sua auto, lasciando il corpo nello scantinato sino a quando alcuni colleghi del 50enne non lo hanno trovato e dato l’allarme.

Nei prossimi giorni Ginocchio potrebbe venire nuovamente sentito dal pubblico ministero: sia lui sia la Barbosa hanno sempre negato ogni accusa, sostenendo di essere rimasti insieme a casa tutta la notte.

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