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Cronaca

Delitto di Sestri Levante, ex moglie e compagno negano tutto. E restano in carcere

Il giudice per le indagini preliminari ha convalidato l'arresto di Gesonita Barbosa e Paolo Ginocchio, accusati di essere rispettivamente la mandante e il killer di Antonio Olivieri

Restano in carcere Gesonita Barbosa, 35 anni, e il compagno Paolo Ginocchio, 45, arrestati la notte tra il 4 e il 5 dicembre scorsi con l’accusa di essere rispettivamente la mandante e l’esecutore materiale dell’omicidio di Antonio Olivieri, l’artigiano 50enne di Sestri Levante ucciso all’alba del 23 novembre in un agguato teso nella cantina del suo palazzo di viale Roma.

Davanti al gip, sia Ginocchio sia Barbosa, ex moglie (separata) di Olivieri, hanno negato le accuse mosse dal pm Pier Carlo Di Gennaro: Ginocchio avrebbe sostenuto, attraverso il suo avvocato, di essere rimasto a dormire nella sua casa di Cavi di Lavagna la notte e la mattina dell’omicidio, e di non sapersi spiegare i movimenti della sua auto, gli stessi che hanno contribuito a far scattare l’arresto. La Barbosa, che con Ginocchio condivide l’appartamento di Cavi, ha invece preferito avvalersi della facoltà di non rispondere in attesa di vedere gli atti. Ma anche lei, stando a quanto anticipato dal suo avvocato, Nicoletta Peri, negherebbe recisamente di essere la mandante del delitto.

Stando a quanto ricostruito dai poliziotti della Squadra Mobile, coordinati dal dirigente Marco Calì, Olivieri sarebbe stato ucciso tra le 5 e le 6 del 23 novembre scorso da una persona che, dopo averlo attirato in cantina con il pretesto della corrente saltata, lo ha colpito alla testa con un oggetto pesante (che ancora non è stato ritrovato) e poi finito con alcune fascette da elettricista.

A mettere gli investigatori sulle tracce della Barbosa, e poi di Ginocchio, è stata innanzitutto la burrascosa separazione con Olivieri, portata avanti tra denunce, contro denunce e condanne. La donna, originaria di Fortaleza, navigava inoltre in pessime acque dal punto di vista economico, tenuto anche conto della sua dipendenza dal gioco d’azzardo e dall’alcol, e secondo le ricostruzioni degli inquirenti la morte dell’ex marito, cui era però per la legge ancora formalmente legata, le avrebbe consentito di accedere ai conti e dunque al denaro. 

Sarebbe stata lei, secondo l’accusa, a convincere Ginocchio a tendere l’agguato a Olivieri, che avrebbe provato una prima volta a ucciderlo nella notte tra il 22 e il 23, per poi tornare in viale Roma la mattina del 23 e portare a termine l’omicidio. Gli spostamenti della sua auto, che si è mossa da Cavi di Lavagna verso Sestri proprio nelle ore incriminate, confermerebbe la tesi. Così come alcune intercettazioni ed sms che Barbosa e Ginocchio si sarebbero scambiati dopo il ritrovamento del corpo, frettolosamente cancellati. Per entrambi l'accusa è di omicidio volontario aggravato.

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