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Sabato, 20 Aprile 2024
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Omicidio di Molassana: si è costituito il figlio di Vincenzo Morso

Continua la fuga di Vincenzo Morso, coinvolto insieme al figlio Guido nell'omicidio di Davide Di Maria. Il ragazzo ha deciso di presentarsi spontaneamente in una caserma dei carabinieri

Guido Morso, ricercato dopo l'omicidio di Davide Di Maria, si è costituito in una caserma dei carabinieri. Questa mattina, durante un incontro in questura per fare il punto sulle indagini sull'omicidio di Molassana, il capo della squadra mobile di Genova, Annino Gargano, aveva invitato padre e figlio a presentarsi spontaneamente alle forze dell'ordine.

Al momento non è ancora chiaro chi abbia sparato il proiettile che ha colpito al torace il 28enne, uccidendolo. Questa mattina Gargano ha detto «stiamo acquisendo elementi di responsabilità a carico di Vincenzo e Guido Morso». Quello che è certo è che ieri erano entrambi armati quando si sono presentati in salita San Giacomo di Molassana a casa di Marco N'Diaye.

Davide Di Maria è stato ucciso con un colpo di pistola semiautomatica calibro 7.65 al torace, di cui è stato trovato un bossolo. La polizia ha ritrovato anche un secondo bossolo inesploso, segno che a uno dei due Morso si era inceppata l'arma. Il caricatore sarebbe anche caduto a terra, per poi essere portato via dai due fuggitivi.

Le tracce di padre e figlio si erano perse a Sant'Eusebio, dove è stata ritrovata la Fiat 600, intestata a Vincenzo Morso. Il fatto che il sessantenne si sia recato a casa di Marco N'Diaye con la sua auto induce gli inquirenti a escludere la 'spedizione punitiva'. Probabilmente si è trattato di una lite, finita nel sangue, per un debito.

I protagonisti di questa vicenda hanno precedenti di polizia per reati vari, fra cui lo spaccio di droga. Tuttavia il capo della squadra mobile ha detto che, nel corso delle perquisizioni eseguite a casa dei due indagati e nell'appartamento dove è avvenuto l'omicidio non è stata trovata droga.

Quello che gli agenti della scientifica hanno invece trovato sono delle tracce ematiche all'interno dell'auto di Vincenzo Morso, conseguenza della collutazione con il senegalese Marco N'Diaye e con Christian Camilo Beron Tovar. Il primo è stato refertato con quindici giorni di prognosi per alcune ferite da arma da taglio, mentre il colombiano è stato colpito ripetutamente al volto con un oggetto contundente. Per lui 30 giorni di prognosi.

A lungo ascoltati dagli inquirenti, i due feriti hanno fornito una versione dei fatti definita «lacunosa», senza fornire troppi elementi utili alle indagini. Prima che gli agenti riuscissero a rintracciarli, Guido ha deciso di presentarsi spontaneamente per non aggravare la sua posizione. Prosegue la fuga del padre, personaggio noto alle cronache per i suoi presunti legami con la criminalità organizzata.

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