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Cronaca

Omicidio di via Colombo, Clara uccisa da decine di coltellate. Perizia psichiatrica sull’ex compagno

Si cerca ancora l'arma del delitto, fondamentale anche per stabilire se sia stato premeditato. Renato Scapusi verrà valutato da un team di psichiatri forensi

Un centinaio di coltellate inferte con un'arma che ancora non si trova, e che ha provocato ferite mortali su gran parte del corpo: è morta così Clara Ceccarelli, vittima di una furia cieca che per alcuni sobbolliva da tempo sotto la superficie, pronta a esplodere da un momento all’altro, secondo altri invece è deflagrata all’improvviso, cogliendo di sorpresa la stessa Clara.

Cosa sia passato nella mente di Renato Scapusi, 59 anni, nessuno lo sa con certezza. A provare a fare chiarezza sarà la consulenza psichiatrica chiesta dal pool di investigatori che sta indagando sull’omicidio. Sul corpo di Ceccarelli, 69 anni, proprietaria di un negozio di calzature in via Colombo, il medico legale ha trovato decine di ferite da arma da taglio disseminate tra schiena, petto, stomaco, braccia, collo: una pioggia di coltellate che venerdì scorso l’ha sorpresa all’interno del suo piccolo negozio e non le ha lasciato scampo.

La mano che ha retto il coltello, è ormai certo ed è stato anche ammesso (anche se la confessione non ha valore giudiziale), era quella di Scapusi: dipendente dal gioco, aveva riversato sull’ex compagna tutte le sue ossessioni, iniziando a perseguitarla dopo la fine della relazione, chiedendo soldi in continuazione, telefonandole e presentandosi davanti al negozio e davanti a casa, minacciando lei e la sua famiglia. Clara resisteva: non aveva voluto sporgere formale denuncia, forse per non infierire su un uomo cui aveva voluto bene e che cercava di comprendere e di tenere a bada. Ogni tanto cedeva passandogli qualche banconota, ma la paura e la preoccupazione c’erano, tanto da spingerla a pagarsi il funerale per non gravare sul figlio e sull’anziano padre.

Una donna amata e benvoluta da tutti, Clara, ricordata per la dolcezza e la bontà che da dietro i banconi delle profumerie prima, e del suo negozio poi, dispensava a clienti e amici. Amici che la ricordano “fiera e combattiva”, una donna che aveva affrontato la perdita del marito e i problemi di salute del figlio, e che aveva amato, tanto, l’uomo che l’ha uccisa.

Scapusi oggi è in carcere, l'accusa è di omicidio volontario aggravato. Gli investigatori della Squadra Mobile, coordinati dal dirigente Stefano Signoretti e dalla procura, stanno portando avanti una serie di accertamenti tecnico scientifici nel negozio di via Colombo, teatro dell’omicidio, e verbalizzando una serie di testimonianze finalizzate a ricostruire non solo quanto accaduto venerdì sera, ma anche nei mesi precedenti. Al vaglio c’è la premeditazione: Renato Scapusi era arrivato al negozio già intenzionato a uccidere Clara, o la rabbia è esplosa vedendosi rifiutare soldi? E l’arma del delitto, l’uomo l’aveva con sé, o l’ha vista e afferrata all’interno del negozio?

Scapusi sostiene che sì, il coltello era in negozio: Clara per prima l’avrebbe afferrato, ha riferito agli inquirenti, e lui glielo avrebbe strappato di mano durante la lite iniziando a colpirla. Poi la fuga in mezzo ai passanti, con gli abiti ancora imbrattati di sangue, e l’arrivo a Mura delle Cappuccine, da cui sembrava deciso a gettarsi prima che le volanti della questura lo intercettassero. Del coltello neanche l’ombra però: «L’ho gettato via, non ricordo dove», ha detto al gip. Cui ha riferito anche di essere passato da casa per cambiarsi gli abiti. Se fosse vero, un altro elemento che porta a valutare un pensiero organizzato, una lucidità che cozza con il quadro di estrema alterazione in cui sosterebbe di avere agito.

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