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Cronaca

«Italia paradiso per i zingari», arrestati 'Bimbo' e altri cinque

La Squadra Mobile di Milano ha arrestato sei persone, altre due sono ricercate. La banda era specializzata in furti ai danni di turisti, avvenuti a Milano, Roma, Venezia e Genova

A dispetto del suo soprannome, 'Bimbo' è un personaggio tutt'altro che tenero, a cui piaceva la bella vita. Sua moglie, così come le altre spose dei suoi parenti, erano invece costrette a 'lavorare' 8-10 euro al giorno, derubando turisti, giapponesi in particolare perché considerati prede facili.

Fra le città dove la famiglia ha gravitato e commesso reati c'è anche Genova, anche se la loro base logistica era a Milano, mentre Venezia era l'altro territorio di caccia preferito, visto il gran numero di turisti. Proprio per consentire a un lontano parente di rimanere in laguna, 'Bimbo' ha preteso, con minacce, dei soldi. E da lì sono partite le indagini.

Il 'Bimbo, al secolo Muharem Omerovic, 38enne bosniaco, è stato "censito" per la prima volta dalle autorità italiane nel 2012 a Roma, dove è stato fermato nelle scorse ore. In manette anche sua moglie: la 35enne Adrijana - anche lei bosniaca -, che i primi precedenti italiani li ha collezionati cinque anni fa proprio nella Capitale.

I nomi di marito e moglie sono finiti in un'ordinanza di custodia cautelare firmata dal Gip del tribunale di Milano Maria Cristina Mannocci, che ha mandato in carcere sei persone - altre due sono tuttora ricercate - che devono rispondere di associazione per delinquere finalizzata alla commissione di reati contro il patrimonio. 

Oltre a "Bimbo" e consorte, sono stati arrestati anche la 23enne Fadila Omerovic e la 22enne Behara Hamidovic, soprannominata "Lenka" - entrambe mogli di due nipoti del capo -, la 34enne Vasvija Feratovic - la "Vava" sorella di "Bimbo" - e la 20enne Haljra Hrustic, quella "Lenka" che ha sposato Silvano, il figlio del capo da poco diventato maggiorenne e su cui lavora la procura presso il tribunale dei minorenni. 

Gli otto indagati sono tutti considerati parte di una banda, con a capo proprio Muharem, specializzata in furti in metropolitane e sui mezzi pubblici nelle città di Milano, Venezia e Genova ai danni dei turisti.

L'indagine è iniziata nel novembre 2017, quando un giovane bosniaco ha denunciato alla Squadra Mobile milanese - guidata da Marco Calì - di essere stato aggredito e picchiato da "Bimbo" e da altri suoi familiari che pretendevano il pagamento di diverse migliaia di euro semplicemente per permettergli di vivere a Venezia prima e a Milano poi. 

Le intercettazioni hanno permesso di ricostruire i movimenti della famiglia, che considerava l'Italia "un paradiso per i zingari, il paese di divertimento per i zingari". Già perché tutti capiscono e parlano l'italiano, anche se quando venivano fermati fingevano di non conoscere la nostra lingua.

Inoltre sapevano come sfruttare le nostre leggi: con sé avevano il certificato di nascita dei figli, così, appena venivano bloccate dalla polizia, prima si fingevano minorenni e poi facevano leva sulla loro condizione di neo mamme per evitare il carcere.

Visto il pericolo di fuga e quello di reiterazione del reato, per i sei si sono aperte le porte del carcere.

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