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Cronaca

No Tav a Genova in azione a Brignole e via Roma, sputi a giornalisti

Breve blocco ferroviario in stazione con successive scuse ai passeggeri e corteo davanti alla prefettura. Marcello Zinola, presidente dell'associazione ligure, difende il diritto di cronaca

È durato una decina di minuti il blocco della stazione di Brignole a Genova da parte dei No Tav. Un gruppo di una trentina di attivisti ha occupato il binario 2 dello scalo. Le ferrovie hanno interrotto il traffico ferroviario. Poi i manifestanti, dopo aver chiesto scusa ai passeggeri imbufaliti, hanno rimosso il blocco.

Nel frattempo, circa 150 attivisti No Tav hanno bloccato la circolazione in via Roma, di fronte alla Prefettura, nel centro di Genova. Ritmando la protesta con alcuni tamburi, hanno lanciato numerosi slogan contro il progetto di treno ad alta velocità.

L'associazione Giornalisti della Liguria protesta per gli episodi di violenza di cui sono stati protagonisti, anche a Genova, gli attivisti 'no tav'. In una nota diffusa in serata, l'associazione giornalisti liguri dice «no a ogni violenza contro i media».

«Anche a Genova, seppur in forma meno violenta di quanto accaduto in Val Susa, le manifestazioni contro il progetto Tav sono state caratterizzate da scritte sui muri e da sputi, minacce, spintoni, insulti all'indirizzo di giornalisti, fotogiornalisti, operatori di vari siti on line e troupe televisive - ha dichiarato il segretario della Fnsi ligure, Marcello Zinola -. Il diritto-dovere di fare e ricevere informazione non possiamo né vogliamo lasciarlo in questo, come in qualsiasi altro caso, alle veline, ai video, alle foto e alle versioni di una sola parte in causa. È ipocrita e molto poco rivoluzionario pretendere di vedere raccontate con correttezza le manifestazioni, le assemblee, le iniziative, con l'imposizione del no-foto, no-video, via i giornalisti. E peggio ancora. Sappiamo noi stessi, prima che ce lo dicano altri, di non essere perfetti - conclude -. Né pretendiamo di esserlo. Violenza e intimidazione le abbiamo combattute in chi politico, mafioso, corrotto voleva imporre la propria verità. Non l'accettiamo da chi dice di 'lottare' per il bene comune. Iniziamo proprio da un bene che dovrebbe essere comune: il diritto-dovere di fare cronaca e informazione: su tutto» (Ansa).

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