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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Movida, i residenti diffidano il sindaco e chiedono locali chiusi a mezzanotte

L’associazione “Vivere il centro storico” chiede che sia fissato il termine della somministrazione alle 23 e lancia la “Book Week” con inziative anche serali con "Buone letture, buon cibo, buon bere"

L’associazione “Vivere il Centro Storico di Genova” ha presentato diffida al sindaco Bucci per la gestione della movida. Tramite il documento redatto dai due avvocati Silvia Sommazzi e Emanuele Bertolin, si chiede di ridurre i rumori generati dal divertimento che sarebbe fuori controllo, la chiusura dei locali a mezzanotte con ultima somministrazione alle 23 e di dotare il Comune di un specifico regolamento per disciplinare il fenomeno "malamovida".

L'azione legale è stata intrapresa dall’assemblea degli abitanti, promossa da Assest e associazione “Vivere il Centro Storico di Genova” lo scorso 11 novembre 2021 nel chiostro di S. Maria di Castello, su proposta congiunta. Soltanto dopo è stato individuato l’avvocato Maria Silvia Sommazzi con la quale si sono svolti incontri preparatori insieme alle due associazioni. Per definire contenuti, costi e tempi, Assest e "Vivere il Centro Storico di Genova" hanno stabilito il concreto avvio della diffida a nome della sola associazione “Vivere il Centro Storico di Genova” per contenere le spese. Assest ha nel frattempo versato il contributo finanziario raccolto fra gli abitanti e si è impegnata a proseguire la collaborazione con l’associazione e la raccolta dei fondi necessari all’azione legale.

Di seguito i punti presentati dall'associazione:

Stop all'illegalità e allo sfruttamento del centro storico

"Come già dichiarato in occasioni pubbliche, la premessa per qualunque progetto (pubblico o privato che sia) è combattere ed eliminare le situazioni di illegalità che affliggono il centro storico e contrastare il mancato rispetto delle regole per la convivenza civile: tali fattori determinano le condizioni alla base del degrado e della conseguente invivibilità del territorio.

Per quanto riguarda il tema movida essa investe, con modalità ormai da troppo tempo fuori controllo, tutta la vasta area dalle Erbe e i Giardini Luzzati, a San Donato, Pollaioli, San Bernardo fino alle Grazie, Canneto e Giustiniani, fino agli Embriaci: il “cuore" antico del Centro Storico di inestimabile valore, ma soggetto ad uno “sfruttamento” improprio, basato sullo smercio notturno di alcolici, spesso a basso costo, che ha tra le sue innume-
revoli e gravi ricadute (prima fra tutte l’incentivo all’alcolismo giovanile) anche il vandalismo, la sporcizia, il degrado e l’illegalità diffusi, tra cui lo spaccio.

Impressionante il dato dell’apertura in quantità abnorme di take-away (etnici e non) e negozi, “con attività serale prevalentemente di vendita bevande alcoliche”, con un aumento nel Centro Storico del 115,7% dal 2008 (a fronte della media nazionale del 45,9 %: dati Fipe, riferiti al primo semestre 2019).

Tutto questo in un’area che costituisce il primo nucleo della città di Genova e ne rappresenta il vero dna; un’area che accoglie tra l’altro diversi Palazzi dei Rolli, riconosciuti come Patrimonio Unesco e che ha una grande valenza turistica".

Osservatorio sui danni alla salute dei residenti

"La movida svolta con le attuali modalità risulta incompatibile con la specifica e del tutto peculiare morfologia e struttura del centro storico di Genova, caratterizzato da vicoli stretti e piazze di limitate dimensioni: luoghi in cui il rumore (soprattutto il vociare degli avventori dei locali) si propaga in modo esponenziale;

gli assembramenti diffusi ed abnormi determinano gravi problemi di sicurezza e addirittura impediscono o comunque limitano fortemente l'accesso dei mezzi di soccorso (ambulanze, vigili del fuoco, ecc.) nelle ore notturne;

Ma il dato essenziale è il permanente sforamento dei limiti di legge: questo in tutta l’area, come reiteratamente registrato nelle campagne di rilevamento fonometrico condotte dagli stessi ispettori ambientali della polizia locale nel 2010, 2015, 2020, che attestano che

• soprattutto nella zona più critica (quadrilatero Pollaiuoli - Erbe - San Donato - San Bernardo) si sono rilevati livelli prossimi a 80 dBA, con livelli equivalenti “mediati” sull’intera notte che arrivano a oltre 76 dBA ovvero, comparabili al rumore presente ai bordi di una strada con intenso traffico! ” (cfr Conclusioni de “La Movida nel Centro Storico di Genova - Osservazioni sull’inquinamento acustico
gennaio – ottobre 2015” , pag. 15);
• già nella campagna di rilevamenti precedente i valori erano “comparabili al rumore presente ai bordi di un’autostrada in pieno giorno !” (cfr. “Il fenomeno della “Movida” nel Centro Storico di Genova - Osservazioni sull’inquinamento acustico” 20 giugno 2010, pag.16) si sottolinea inoltre come:

• “La causa non è sempre unica ed uguale nei diversi siti però è rilevabile un unico fattore comune ovvero il vociare degli avventori dei locali, sia di quelli in transito che di quelli che si soffermano all’esterno dei locali stessi o che sono seduti ai tavolini" (cfr. Conclusioni dell’ “Analisi clima acustico nel centro storico di Genova interessato dalla Movida” 20/10/2020, pag.28);

Questo ha comportato, ormai da anni, e comporta tuttora un gravissimo danno alla salute dei cittadini residenti L’inquinamento acustico rappresenta una minaccia per la salute pubblica (v. art. 2, legge n. 447/1995 – “Legge quadro sull'inquinamento acustico”) compromette un bene collettivo qual è la quiete pubblica che, a sua volta, costituisce una condizione necessaria affinché sia garantita la salute dei cittadini.

Risposte del Comune? "Misure inadeguate e idee contraddittorie e incongruenti"

"Le misure che l’Amministrazione ha scelto fin qui di adottare, ( ad esempio, la c.d. "ordinanza anti alcool” e le ordinanze di chiusura relative a singoli esercizi) si sono dimostrate del tutto inadeguate, così come si sono rivelate del tutto insufficienti e/o inefficaci le attività di controllo poste in essere dall’Amministrazione, mettendo in campo la Polizia locale, per attività di ordine pubblico al limite della sua competenza.

A fronte di quanto attestato da oltre un decennio, l’Amministrazione ha dichiarato in più occasioni pubbliche l’intenzione del tutto incongruente di incrementare il numero e le superfici dei “dehors” dei locali, così da occupare maggiore spazio “ad evitare assembramenti”. Questo, quando la stessa Relazione sull’"Analisi del clima acustico nel centro storico di Genova interessato dalla Movida” ha accertato che i dehors da soli, sono già di per sé una fonte di rumore, per il vociare e per lo spostamento degli arredi”.

Senza contare il prodursi di ulteriori restringimenti delle vie, dove l#abnorme frequentazione notturna determina già gravi problemi di sicurezza, impedendo persino il normale accesso dei mezzi di soccorso (ambulanze, vigili del fuoco, ecc.)

Le ordinanze di chiusura relative a singoli esercizi approntate negli ultimi anni dall’Amministrazione sono state tutte annullate dal Tar e i ricorrenti hanno persino ottenuto risarcimenti.

L’Amministrazione non ha voluto mettere in atto provvedimenti generalizzati per tutta l’area soggetta alla “malamovida” e alle emissioni sonore del tutto fuori legge volendo invece mantenere ad oltranza l’orario di chiusura delle tre di notte per tutta la settimana, fissato con ordinanza dall’attuale Amministrazione non appena insediata.

Si tenga presente che come accertato anche dalla polizia locale, dopo la chiusura dei locali il vociare degli avventori che si trattengono fuori dai locali stessi o defluiscono lungo le strette vie del centro storico, proseguono per almeno un'altra ora.

Tale orario di chiusura ha avuto ricadute devastanti per la vivibilità del Centro Storico e i residenti l’hanno invano contestato da sempre. La loro voce però, non è mai stata ascoltata, ogni volta sopraffatta dagli interessi - puramente economici - dei gestori dei locali dediti alla vendita notturna di alcolici e da un concetto distorto del “diritto dei giovani a divertirsi”.

Giovani che rivendicano, anche a ragione, una mancanza di spazi a loro dedicati, che tuttavia non vogliamo credere si possano limitare alla strada e ai locali dediti esclusivamente alla vendita alcolica nel centro storico.
Come non vogliamo credere che quello dello “sballo”, come attualmente perseguito dalla maggior parte dei frequentatori della”movida”, si possa ulteriormente accettare come forma di “divertimento”.

(Nè peraltro si può pensare semplicemente di “esportare” una siffatta “Malamovida” in altre
zone della Città.)

"Basta Movida, lanciamo la book week"

"L’Associazione “Vivere il Centro Storico di Genova” non è pregiudizievolmente contraria allo svolgimento di attività commerciali di somministrazione, anche in orario notturno, qualora le stesse vengano adeguatamente disciplinate e sempre che la relativa disciplina venga puntualmente rispettata (e fatta rispettare).

La movida nel centro storico non può certo continuare nelle forme che ha assunto: vorremmo anzi che si dismettesse finalmente il termine movida, che ormai ha del tutto perso la sua accezione originaria e viene usato per creare divisioni e contrapposizioni forzate tra "categorie” di giovani vs. vecchi o abitanti vs. esercenti. Inoltre, si finisce per fare del centro storico un terreno di continuo conflitto, mentre il degrado dilaga.

Vorremmo invece che si potesse parlare finalmente di “vivere il centro storico”: anche di sera, con iniziative attrattive per tutti, compresi i residenti stessi e compatibili con
il legittimo diritto al riposo notturno. Ispirandoci - quantomeno nel nome - alla bella iniziativa della DesignWeek che sta avendo sempre più una ricaduta positiva su questa zona del Centro Storico, stiamo elaborando il progetto - come già annunciato- di una “Book week: buone letture, buon cibo, buon bere” in cui si possano coinvolgere e valorizzare realtà diverse con una valenza culturale ad impatto positivo sul tessuto sociale, con una serie di eventi che siano attrattivi per tutti, compresi i residenti stessi.

Nel rispetto di tutte le regole della convivenza civile e i limiti di legge delle emissioni sonore e gli orari compatibili col luogo: a questo vorremmo che anche l’Amministrazione concorresse".

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