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Cronaca Sampierdarena / Corso Onofrio Scassi

Morì al Villa Scassi, mezzo milione di risarcimento alla moglie

Il 53enne, dipendente di Amt, chiuse gli occhi per sempre il giorno di Natale del 2016. Secondo il tribunale, il decesso è da attribuirsi solo ed esclusivamente a colpe mediche e a responsabilità oggettiva dell'ospedale

Mezzo milione di euro di risarcimento per la morte del marito. Lo ha deciso il tribunale di Genova in favore della vedova. La vicenda risale al 2016 quando G. M., cinquantaquattrenne genovese dipendente dell'azienda municipalizzata dei trasporti, morì al Villa Scassi.

È 13 dicembre 2016 e, intorno a mezzogiorno, G. M., al termine del proprio turno di servizio, avverte un malore con fastidio al petto sotto la doccia negli spogliatoi dell'Amt. I colleghi, appena si accorgono della situazione, allertano il 118, che interviene e lo trasporta, con arrivo alle 12.30, al pronto soccorso dell'ospedale Villa Scassi di Genova.

La moglie raggiunge l'ospedale intorno alle 14 e trova il marito ancora abbandonato a sé stesso su una barella e con un intenso dolore al torace e al dorso. Preoccupata, corre ad avvertire un'infermiera, che si rende immediatamente conto della gravità del quadro. Dopo un'ora e mezza dall'arrivo in pronto soccorso finalmente viene aperto il triage. Ma è troppo tardi.

La scheda di triage avrebbe dovuto essere compilata all'arrivo del paziente in modo da valutarne le condizioni e a identificare le priorità assistenziali. Invece G. M. è stato completamente abbandonato, solo, su una barella. Un comportamento, che fa emergere una gravissima negligenza del personale e una totale disorganizzazione della struttura sanitaria.

La dottrina cardiologica indica la necessità, in questi casi, di tempestivi accertamenti: Ecg, enzimi, visita, raccolta anamnestica e, una volta posta la diagnosi, di un idoneo trattamento. C'era tutto il tempo per intercettare, diagnosticare e trattare efficacemente il paziente. Lo si è perso.

Il tempo, in questi casi, è un fattore essenziale. Più passa il tempo, più il tessuto muscolare cardiaco soffre e più cellule muscolari decedono. Il mancato intervento ha prodotto un esteso e devastante infarto miocardico grave e, in fase di intervento di angioplastica, un arresto cardiaco.

La causa del decesso, in data 25 dicembre 2016, va altresì addebitata alla comparsa concausale di una Sepsi, un'infezione, che, nonostante i trattamenti, non è stato possibile debellare. In conclusione, il decesso per infarto miocardico acuto della parete anteriore con grave Sepsi e multi-organ failure è da attribuirsi solo ed esclusivamente a colpe mediche e a responsabilità oggettiva dell'ospedale Villa Scassi, che si è letteralmente dimenticato del paziente.

Dopo una perizia medico legale che ha accertato le responsabilità, la vedova del signor G. M., grazie alla consulenza della Cp Servizi Medico Legali (realtà genovese molto conosciuta a livello nazionale e specializzata nei casi di malasanità) ha contattato l'Asl 3, che ha però negato, come di consueto, ogni addebito.

La vicenda si è quindi spostata nelle aule di tribunale (con l'assistenza dell'avvocato Luca Piovini) e, terminato l'iter giudiziale, vi è stata pronuncia da parte del Tribunale per un risarcimento di mezzo milione, utilizzando i criteri massimi per una vedova, che è rimasta sola, senza figli, e che aveva già perso entrambi i genitori.

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