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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca Centro / Via Colombo

Forse avvelenato il figlio della commerciante uccisa in via Colombo. La procura indaga

È stato aperto un fascicolo per omicidio e disposta l'autopsia

Anche il figlio della commerciante massacrata nel suo negozio di via Colombo potrebbe essere stato ucciso. Gli elementi di un giallo ci sono tutti. L'eredità uno dei potenziali moventi, l'altra ipotesi quella del bullismo: l'uomo potrebbe essere stato preso di mira da alcuni ragazzi e costretto a bere sostanze corrosive.

La procura di Genova ha aperto un fascicolo per omicidio sulla morte di Mauro Risone deceduto al Galliera il 12 luglio.

Gli inquirenti vogliono fare luce sugli ultimi giorni di vita del 41enne, nato disabile e rimasto orfano di padre in giovane età. Mauro viveva con il nonno in piazza Brignole, a pochi passi dalla pantofoleria della madre; tutti nel quartiere amavano Mauro.  

Dopo il femminicidio, il ragazzo aveva continuato la sua routine: era solito uscire con il suo cagnolino dopo pranzo e rientrare la sera. Quella domenica di luglio, però, tornato a casa, ha detto al nonno di sentirsi male. Le sue condizoni sono peggiorate velocemente costringendo l'anziano a chiamare il 112. Secondo i referti del pronto soccorso nel suo stomaco sono state trovate tre grandi ulcere causate da sostanze caustiche. Uno dei sospetti è che qualcuno possa avergli fatto bere delle sostanze tossiche o fatto ingerire del veleno. Non si esclude nemmeno l'assunzione consapevole che potrebbe aver causato la morte, anche se, a dire del nonno e dei parenti, Mauro non aveva mai manifestato intenzioni suicide e nel suo appartamento non sono stati trovati flaconi svuotati di sostanze tossiche. Sarà l'autopsia richiesta dal pubblico ministero Paola Crispo alla dottoressa Camilla Tettamanti a fornire altri dati utili all'inchiesta.

Sul movente indaga la squadra mobile diretta da Stefano Signoretti che si sta concentrando sia sulla pista economica, sia sull'ipotesi del bullismo. I parenti hanno confidato al magistrato che durante una serata di luglio in corso Italia, Mauro era stato aggredito verbalmente da un gruppo di ragazzi a cui avrebbe voluto unirsi per passare la serata in un locale. Lo avevano beffeggiato con frasi ingiuriose, apostrofandolo "mongoloide" e da lì era scoppiata un'accesa discussione. Riguardo alla pista economica, Mauro possedeva cinque appartamenti tra Genova e Imperia e 130mila euro sul conto. Secondo alcuni testimoni interrogati, poi, la madre avrebbe lasciato al figlio anche gioielli di valore nella casa di Brignole.

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