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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca

Delitto Scagni, l'ultima chat tra Alice e la madre

La madre della vittima dopo la pubblicazione dei messaggi: "Condividere queste conversazioni è umiliante. Siamo costretti da questo Stato ad una vera e propria tortura spietata per cercare di avere giustizia perché la verità è già sotto gli occhi di tutti"

Il giorno della sua morte, Alice Scagni alle 8.14 scrive a sua mamma. Le chiede come lei e il papà abbiano passato la notte poi, rassicurata, si rimette a letto insieme al marito e al figlioletto. Nemmeno due ore dopo torna a farsi sentire, sempre su Whatsapp, per avere notizie del fratello che quella stessa sera la ucciderà con 19 coltellate sotto casa.

"Come va Alberto? Si è fatto sentire oggi?". Segue uno scambio sulla situazione familiare già avvelenata dal comportamento del fratello: la preoccupazione per la nonna che, nonostante la porta d'ingresso incendiata dal nipote, non vuole lasciare il suo appartamento e la richiesta su cosa abbiano detto le forze dell'ordine per gestire la situazione.

Gli ultimi messaggi di Alice Scagni prima di essere uccisa dal fratello

"Ma poi la polizia l'hai più sentita da ieri sera?", chiede alle 15.59 Alice."Ti han detto qualcosa?". La madre risponde: "Si l'ha chiamata papà per dire che stanotte due colpi sul muro, chiaramente dal 29 (l'interno di Alberto, ndr), li ha sentiti, per integrare dichiarazione di ieri e poi perché come al solito, al telefono, ha insultato papà...ma la cosa non sembrava interessante per loro. Hanno ribatido che deve esserci aggressione o minaccia di persona e allora di chiamare immediatamente il 112". Dalla conversazione emerge, secondo i genitori e il legale, un quadro di pericolosità molto chiaro e soprattutto il fatto che di questa situazione fossero state messe a conoscenza le forze dell'ordine e i servizi Asl.

Quella stessa mattina, Enzo Scagni, il padre dei due ragazzi, aveva avuto una telefonata con Alberto il quale, pretendendo di ricevere dei soldi sul suo conto, aveva formulato una minaccia nei confronti della sorella e del cognato: "Lo sai stasera dove sono Gianluca e tua figlia?". La percezione del pericolo è ben presente nei messaggi di Alice e sua mamma che arriva a scriverle cosa fare nel caso il figlio dovesse andare a casa da loro: "Se dovesse suonare il citofono invitarlo ad andarsene, suggerisco con scusa che bimbo non sta bene per non esacerbarlo, e se insiste chiami immediatamente il 112 e ovviamente mi avvisi.... Comunque oggi hanno annotato i suoi dati quindi è strasegnalato".

Al culmine dell'agitazione, Alice sbotta: "Eh ma non possiamo andare via tutti? ! Cioè non si può vivere così!". La madre allora rassicura la figlia, sono le 16.06: "Da voi non ha senso che venga, lo dicevo per scrupolo". Purtroppo i fatti la smentiranno poche ore dopo: sotto casa, Alice si trova davanti Alberto che la massacra a coltellate.

A margine della pubblicazione della chat di quel tragico giorno, la madre scrive: "Condividere conversazioni intime con una figlia meravigliosa e persa per difendersi da adombrate mancanze di adeguati avvisi ad Alice dell’aggravarsi delle condizioni patologiche in cui versava suo fratello (via via sempre più deliranti e aggressive e che si tentava di arginare di comune intesa) è umiliante". Poi si rivolge, ancora una volta, alle istituzioni: "Il tenore di dramma incombente in divenire che trasudano dovrebbe essere sufficientemente chiaro anche a Procura e Questura". E, infine, esprime l'intenzione di non mollare mai finchè non sarà stata fatta giustizia: "Per la sua famiglia d’origine Alice ha fatto enormi sacrifici intenzionali e consapevoli, non esiste fatica che non affronteremo per Lei - conclude la madre - Siamo costretti da questo Stato ad una vera e propria Tortura spietata per cercare di avere giustizia perché la verità è già sotto gli occhi di tutti".

  

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