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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca Sampierdarena / Via Enrico Porro

Ponte Morandi, iniziati gli ultimi rientri degli sfollati

Dopo lo stop di domenica legato all'allerta meteo, lunedì mattina il gruppo di famiglie che ha fatto richiesta per rientrare per la quarta volta nelle case ha potuto iniziare le operazioni di recupero

L’attesa è stata lunga, il meteo non ha aiutato, ma alla fine anche gli ultimi rientri nelle case sfollate in seguito al crollo del ponte Morandi sono iniziati: intorno alle 8 di lunedì mattina, come previsto, i residenti di via Porro, la “zona nera”, che avevano fatto richiesta per un quarto accesso hanno potuto tornare ancora una volta nei loro ormai ex appartamenti per prendere ricordi e altri oggetti rimasti dalle spedizioni precedenti.

I rientri avrebbero dovuto iniziare domenica e proseguire anche lunedì, ma l’allerta meteo scattata sabato ha costretto la Protezione Civile e i Vigili del fuoco (sotto il loro controllo avvengono tutte le operazioni) a posticipare a martedì, soprattutto a causa del vento, elemento più rischioso per la stabilità di quanto resta del ponte, che ha fatto scattare anche la chiusura di via Fillak. E così, per alcuni ex residenti l’attesa si è prolungata di 48 ore raddoppiando le emozioni.

Le modalità di accesso, comunque, rimangono più o meno immutate rispetto alle volte precedenti: massimo 6 persone per stabile, per 5 ore e mezza, dalle 8 alle 13 e dalle 14-19. Sabato e domenica si ripete, come confermato anche dal consigliere comunale delegato alla Protezione Civile, Sergio Gambino, che ha seguito l’iter dei rientri sin dall’inizio.

In totale sono poco più di un centinaio le famiglie che oggi partecipano all’ultima tornata di rientri, e a loro il Comune ha chiesto di concentrarsi su oggetti piccoli e facilmente trasportabili: niente mobili ed elettrodomestici, che verranno invece regalati (se in buone condizioni) alla Comunità di Sant’Egidio prima che le case vengano demolite.

A oggi, comunque, non c’è un piano preciso per quanto riguarda la demolizione dei caseggiati che sorgono sotto il troncone est del Morandi: lo scorso venerdì dovrebbe essere arrivato il piano alternativo all’esplosivo per le pile 10 e 11, e la struttura commissariale del sindaco Marco Bucci dovrebbe stabilire una soluzione definitiva comunicandola ai residenti delle zone limitrofe al cantiere per la demolizione e ricostruzione. Residenti che, in caso di conferma dell’uso dell’esplosivo, potrebbero essere costretti a un’evacuazione di massa per consentire alle polveri prodotte dalle microcariche di dissolversi.

In attesa di una delle decisioni più importanti e significative sul fronte della demolizione, gli sfollati di via Porro hanno iniziato - o sono in procinto di iniziare - a rientrare, con un carico psicologico molto più pesante di mobili e soprammobili: «Non metteteci troppi divieti, abbiamo buonsenso, non vogliamo troppo clamore, siamo spettatori ad una veglia funebre - riflette su Facebook Giusy Moretti, “pasionaria” del comitato che riunisce gli sfollati - abbiamo bisogno di silenzio, non vogliamo domande a cui non sappiamo ancora rispondere. Lasciatemi entrare in quella che era casa mia, e tra le sue mura lascerò un po' di me, quando verrà giù avrà nascosto e protetto il meglio, i miei ricordi».

«Viviamo un doppio sentimento - ha aggiunto in mattinata Franco Ravera, portavoce del Comitato degli Sfollati - da una parte l’emozione di potere rientrare, dall’altra lo strazio e la consapevolezza che sarà per l’ultima volta. Non le vedremo più».

La polemica sulle auto parcheggiate

Nella giornata degli ultimi rientri non è mancata neppure la polemica, riferita alla presenza di auto parcheggiate in via Porro, zona che per motivi logistici avrebbe dovuto essere laasciata sgombra. In mattinata, invece, diverse auto erano ancora posteggiate in strada, e gli agenti della Locale hanno prima chiesto ai residenti di spostarle - intorno alle 6 - poi hanno chiamato il carro attrezzi, intorno alle 8, per rimuovere quelle rimaste.

Sulla questione è intervenuto il Pd, che ha puntato il dito contro quello che ha definito «un danno che si aggiunge alla beffa. Da mesi si parla dell’ingresso di altri sfollati nelle loro abitazioni e c’era tutto il tempo per trovare soluzioni che conciliassero le esigenze di tutti  si legge nella nota diffusa dai consiglieri comunali e municipali del Partido Democratico - Si poteva aprire l’ingresso agli sfollati verso Certosa, utilizzando la parte di via Porro vuota, oppure autorizzare temporaneamente la sosta in via Fillak, o ancora concordare con la società che gestisce i parcheggi in via Capello la possibilità di lasciare per pochi giorni l’auto di chi rientrava in casa. Invece no. Si è scelta di nuovo la strada del non dialogo con il Municipio, con l’Osservatorio e soprattutto con i residenti, che ancora una volta si trovano a subire le dirette conseguenze di un’amministrazione incurante dei cittadini e di chi li rappresenta».

Immediata la replica del Comune, con i chiarimenti su quanto accaduto in mattinata: «Già da giovedì 2 maggio la Polizia Locale avesse sistemato nella via i cartelli che richiedevano di lasciare liberi da autoveicoli gli spazi strettamente necessari alle operazioni - ha specificato Gambino - Sabato 4 maggio la Protezione Civile ha provveduto ad ampliare la comunicazione con cartelli nei portoni e avvisi nei parabrezza delle auto in sosta. Questa mattina, poi, l’intervento nei confronti dei veicoli ancora presenti nell’area non ha comportato alcuna sanzione o rimozione forzata, ma solo il loro spostamento di qualche metro per permettere lo svolgimento delle operazioni: soluzione che è parsa la più idonea e meno penalizzante per le esigenze dei residenti in via Porro».

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