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Cronaca

Processo Morandi, a giudizio tutti i 59 imputati

Il giudice dell'udienza preliminare ha deciso di mandare a processo tutti i 59 imputati nel processo per il crollo del ponte Morandi. Il Gup Faggioni ha inoltre accolto la richiesta di patteggiamento di Aspi e Spea

Nella giornata di giovedì 7 aprile 2022 il giudice per l'udienza preliminare ha deciso di rinviare a giudizio tutti i 59 imputati nel processo Morandi, che ora dovranno difendersi nella fase dibattimentale del giudizio.

Sono state invece accolte le richieste di patteggiamento delle società Aspi e Spea, che pagheranno un risarcimento di 30 milioni di euro ed usciranno dal processo. Questo l'esito finale dell'udienza preliminare del procedimento nato a seguito del crollo del viadotto sul Polcevera, che nell'agosto 2018 ha provocato 43 vittime.

Il giudice dell'udienza preliminare, dopo aver valutato il materiale probatorio raccolto dalla Procura nelle indagini e aver ascoltato la parti nel corso della lunga udienza preliminare, è entrata in camera di consiglio per decidere se dare seguito alle richieste di rinvio a giudizio avanzate dai Pm.

L'ultimo atto di questa fase preliminare del procedimento, prima di entrare nel dibattimento, la fase centrale del processo, nella quale i giudici del Tribunale di Genova dovranno effettivamente accertare le responsabalità per il crollo del Morandi.

Il Gup ha deciso di rinviare a giudizio tutti gli imputati, 59 persone tra le quali figurano l'ex ad di Aspi Giovanni Castellucci, l'ex direttore delle operazioni centrali di Aspi Paolo Berti e Michele Donferri Mitelli, ex direttore delle manutenzioni della stessa società.

Andranno a processo anche Antonino Galatà, ex amministratore di Spea, la società incaricata delle manutenzioni, i dirigenti del Ministero e Infrastrutture e i funzionari del Provveditorato delle opere pubbliche.

Nel decreto di citazione a giudizio del Gup sono indicate le ipotesi di reato che dovranno essere accertate nel dibattimento che sono, a vario titolo, di omicidio colposo plurimo, omicidio stradale, omissione d'atti d'ufficio, attentato alla sicurezza dei trasporti, falso e omissione dolosa di dispositivi di sicurezza sui luoghi di lavoro. 

Il processo termina invece per Aspi e Spea, che erano in giudizio in qualità di responsabili civili, che hanno chiesto e ottenuto il patteggiamento in accordo con il Pm e con l'apporvazione del Gup. Per definire la loro posizione prima del processo vero e proprio, le due società hanno proposto un risarcimento di 30 milioni di euro.

Si chiude così la prima fase del procedimento penale, dopo 3 anni di indagini preliminari, durante le quali ci sono stati anche due incidenti probatori per accertare lo stato del viadotto al momento del crollo e le cause tecniche del collasso della struttura.

È durata invece 5 mesi l'udienza preliminare, con un fitto calendario di sedute durante le quali hanno parlato i pubblici ministeri, le parti civili e i difensori degli imputati esponendo le proprie tesi. Sono state oltre 500 le richieste di costituzione di parte civile, ma solo un centinaio sono state quelle ammesse dal gup Faggioni. 

Proprio il giudice dell'udienza preliminare è stata oggetto di un'istanza di ricusazione depositata dai legali di alcuni imputati, richiesta rigettata prima dalla Corte d'Appello di Genova e infine dalla Corte di Cassazione. 

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