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Cronaca

Nuovo ponte, oggi il primo "taglio" nello stabilimento Fincatieri

Presente all'inaugurazione anche il presidente del consiglio, Giuseppe Conte: la lamiera verrà poi trasferita a Genova

C’era anche il premier Giuseppe Conte al taglio della prima lamiera destinata alla costruzione del nuovo viadotto sul Polcevera, per lunedì mattina nello stabilimento Fincantieri di Valeggio sul Mincio, in provincia di Verona.

Alla cerimonia inaugurale hanno partecipato anche Giuseppe Bono, amminyssatore delegato di Fincantieri, e Pietro Salini, ceo di Salini Impregilo: entrambi hanno assicuro che «siamo pronti a iniziare le sottofondazioni del ponte con 10 giorni di anticipo sulla data prevista del 31 marzo, perché Genova deve ripartire dal lavoro, per dare un futuro a tutti quei lavoratori che possono trovare occupazione nei cantieri impegnati nella costruzione di nuove opere».

Da parte sua, il premier Conte ha assicurato che «non deluderemo Genova, rispetteremo i tempi previsti», promessa che arriva dopo la visita dello scorso venerdì nel capoluogo ligure, durante la quale ha incontrato i residenti di Certosa e Sampierdarena rassicurando sulla presenza dei fondi per la zona franca urbana e per i cittadini che vivono ai margini della zona rossa del Morandi. 

«Oggi sono a Valeggio sul Mincio (Verona) per l'inaugurazione dello stabilimento 'Fincantieri Infrastructure' - ha scritto Conte - In questa occasione verrà effettuato il taglio della prima lamiera destinata alla costruzione del nuovo Ponte di Genova. Oggi annuncerò anche le prime tappe del tour sui cantieri delle infrastrutture che sbloccheremo per far ripartire il Paese».

Il pezzo di lamiera tagliato verrà trasferito nello stabilimento Fincantieri di Sestri Ponente per essere lavorato, assemblato e poi portato in cantiere. E sempre sul fronte cantiere, si attende il verdetto della prefettura e della commissione esplosivi sull'utilizzo di microcariche per la demolizione della pila 8 del troncone ovest: l'operazione "esplosione controllata", già prevista per sabato 9 marzo, è stata congelata in attesa della presentazione di un nuovo piano che assicuri il rispetto di tutti i criteri di sicurezza dal punto di vista dell'amianto.

I carotaggi hanno infatti portato alla luce la presenza di crisolito, la pietra verde che contiene amianto e che potrebbe diventare pericolosa in caso di massiccia dispersione di polveri nell'aria, come avverrebbe in caso di esplosione. Nel caso del Morandi, come detto, le analisi di Arpal dimostrerebbero una percentuale minima di crisolito nella struttura, ma tanto sembra bastare per congelare tutte le operazioni che comportano l’uso di esplosivo.

La demolizione meccanica, però, non evita la dispersione delle polveri, elemento che riporta al punto di partenza: il piano è ancora al vaglio della struttura commissariale del sindaco Marco Bucci, che spera ancora di riuscire a procedere con l’esplosione Controllata sabato 16 marzo. L’ultima parola resta però della commissione esplosivi, che a oggi non ha ancora dato il via libera.

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