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Cronaca

Proteste e corteo dei migranti, l'Arcidiocesi risponde: «Regole necessarie»

Protesta dei richiedenti asilo per le condizioni di vita nei centri gestiti dalla Curia. Che spiega: «I ragazzi sono invitati a partecipare a lezioni e attività»

Dopo le proteste e il corteo dei giorni scorsi cui hanno partecipato i migranti ospiti di diverse strutture genovesi, l’Arcidiocesi di Genova ha deciso di fornire alcuni chiarimenti sulla gestione dei profughi, rispondendo a chi, tra i manifestanti, contestava la chiusura dei centri in orario diurno.

A scatenare la protesta dei migranti, infatti, sarebbe in particolare la decisione di tenere chiuse le aree adibite a dormitori dalle 9 alle 18, un provvedimento che, spiega l’ufficio Migrantes dell’Arcidiocesi, è stato preso per evitare che i ragazzi «dormano di giorno e vivano di notte, senza un progetto costruttivo per la loro vita. Le strutture distribuite sul territorio cittadino vengono chiuse al mattino, dopo la colazione dei ragazzi, per evitare l’inattività, ma soprattutto perché i ragazzi frequentino la scuola di Coronata che rimane aperta tutto il giorno. L’apertura giornaliera del Campus è volta a permettere a tutti i ragazzi un percorso di piena integrazione, offrendo loro la possibilità di seguire le lezioni e le attività, in aderenza anche alle indicazioni dei vari municipi sul controllo del territorio».

A oggi i richiedenti asilo ospitati dall’Arcidiocesi, in collaborazione con la Prefettura di Genova, sono 320, collocati in diversi centri: 80 nell’ex ospedale San Raffaele di Coronata, che comprende anche il Campus, gli altri distribuiti in parrocchie e strutture cittadine come la Casa del Campo, la Casa San Francesco da Paola, Villa Ines e Casa Camogli. Proprio da lì è partito ieri il corteo dei migranti, che per due giorni di fila si sono presentati in Prefettura per chiedere un incontro con il prefetto Fiamma Spena. Che lunedì li ha ricevuti, confermando però la linea stabilita dall’Arcidiocesi.

«Alcune strutture possiedono un giardino, una serra e ampi spazi per il ristoro dei ragazzi. La stessa Coronata si sta sempre più attrezzando per diventare un polo attrattivo per i richiedenti asilo e per gli abitanti del quartiere, con la predisposizione di spazi comuni ricreativi, come il campetto sportivo. Attualmente abbiamo inoltre a disposizione terreni e vigne coltivati ogni giorno grazie alla collaborazione di professionisti e dei ragazzi del corso agrario - fa sapere l’ufficio Migrantes - I ragazzi sono informati sulla nostra proposta educativa e formativa che, per aiutarli a costruire il loro futuro, richiede disciplina e continuità».

Il problema, per la diocesi, si crea quando i ragazzi non partecipano alle lezioni e alle attività di formazione e disertano gli incontri con i tutor: «Non tutti hanno la costanza di continuare e partecipare alle attività e alle formazioni, alcuni purtroppo faticano a trovare un progetto costruttivo per la loro vita e tendono a defilarsi, prendendo altre strade e rendendo inutile il nostro intervento». 

Le proteste dei migranti non riguardano però soltanto gli orari di apertura dei dormitori, ma anche la qualità dei pasti. A questo proposito, l’Arcidiocesi ha risposto annunciando che mercoledì verrà aperta a Coronata una nuova cucina «che andrà a sostituire il comune sistema del catering, proprio per migliorare la qualità e la freschezza del cibo. I ragazzi delle varie strutture avranno quindi la possibilità di pranzare e cenare a Coronata, nei due grandi refettori presenti, con una cucina attrezzata per garantire il pasto caldo a tutti i ragazzi ospitati».

Particolare attenzione, ha aggiunto al Diocesi, è inoltre dedicata al periodo del Ramadan: Nelle nostre case sono presenti ragazzi di religioni differenti a cui insegniamo la tolleranza religiosa. Gli Imam di Genova ci hanno confermato che il Ramadan non è solo digiuno, riposo e preghiera, ma un’opportunità per trasmettere quei valori spirituali da tempo ormai dimenticati nella nostra società. Questa tolleranza diventa capacità di adattare le nostre strutture e gli orari per l’inizio di questo mese sacro, la sera di venerdì 26 maggio». 

Durante il Ramadan, infatti, si osserva il digiuno dall’alba al tramonto: «Abbiamo stabilito turni e orari appositi per i ragazzi osservanti il Ramadan - conclude l’Arcidiocesi - proseguendo le normali attività previste dal Campus».

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