Le "meraviglie" di Alberto Angela, cosa si è visto
Il conduttore ha raccontato la potenza di Genova dal Cinquecento a oggi
È andata in onda ieri sera, sabato 25 gennaio, la puntata di Meraviglie dedicata a Genova.
L'episodio ha chiuso la terza stagione del programma condotto da Alberto Angela con la regia di Gabriele Cipollitti e la fotografia di Enzo Calò.
Genova Today vi ha svelato in anteprima lo svolgersi delle riprese quando, lo scorso novembre, l'elicottero della produzione sorvolava i vicoli.
La puntata si è aperta nel parco della Lanterna di Genova che il conduttore ha chiamato "faro" suscitando, sui social, il "mugugno" di alcuni genovesi.
Alberto Angela è salito sin "nel cuore del faro" per spiegare il meccanismo che ne consente il funzionamento. Da Di Negro, poi, il conduttore si è spostato a Palazzo del Principe per raccontare la storia dei Doria attraverso le sue sculture: la meravigliosa fontana del Cinquecento periodo in cui Genova era un "sole spendente" e poi la grotta artificiale del Palazzo che ricrea l'atmosfera dei ninfei romani.
Le spiegazioni dell'esperto si sono alternate alla lettura di poesie di Caproni a commento di immagini riprese dall'elicottero che hanno mostrato la conformazione territoriale di questa città che è stata "protagonista della storia del Mediterraneo".
Le riprese si sono svolte in collaborazione di Villa del Principe Palazzo di Andrea Doria, del Trust Floridi Doria Pamphilj e di MuMA e con il supporto tecnico di Genova Liguria Film Commission.
A raccontare la nostra città è stato chiamato Luca Bizzarri, presidente della Fondazione Palazzo Ducale che ha parlato di arte e comicità a Genova. Per Bizzarri la frase più bella su Genova l'ha detta Renzo Piano: "È superba nel senso che sta sopra. A Genova dalle alture si possono vedere i gabbiani dall'alto".
Dalla Lanterna di Genova rivolto verso il porto Angela ha così concluso la parte della trasmissione dedicata alla Superba: «Il mare, la costa, la storia della città ma anche e soprattutto la creatività e la genialità dei suoi abitanti hanno saputo creare sulla costa una luce diversa rispetto a quella del faro: la luce del commercio, della potenza navale; una sorta di inchiostro che ha lasciato un'impronta indelebile nella storia».