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Cronaca

Meningite, tre vittime in un mese e mezzo: la più giovane aveva 25 anni

La notte di Capodanno stroncata la 36enne Alicia Corrales Rodriguez, tre giorni prima è toccato al 25enne Joshue Cedeño. A metà novembre era morta Ilaria Caccia, 27 anni

Quattro vittime nel 2019, tre a distanza di poche settimane l’una dall’altra. Si torna a parlare di meningite e vaccini in questi primi giorni del 2020, complice la morte di una donna di 36 anni avvenuta nella serata del 31 dicembre e quella, avvenuta il 29 dicembre, di una giovane di 25. Entrambi residenti a Cornigliano, sono stati uccisi dal meningococco di tipo C, quello più aggressivo e violento, nel giro di pochissimo tempo.

Un caso del tutto simile a quello della 27enne Ilaria Caccia, che lo scorso 17 novembre è morta, sempre all’ospedale San Martino, per uno choc settico causato dal batterio della meningite. Ad aprile un'altra donna, una 54enne originaria dell'Ecuador, era morta in circostanze del tutto simili all'ospedale Galliera. E mentre è scattata l’ennesima profilassi per i parenti e gli amici che sono entrati in contatto con Alicia Silvana Corrales Rodriguez, la 36enne di origini ecuadoriane morta la notte del 31 dicembre, e con Joshue Cedeño, 25 anni, anche lui ecuadoriano, morto il 29, si riaccende l’allarme su batterio che raramente ha esiti così letali, ma che è comunque molto pericoloso e che nell’ultimo mese e mezzo ha colpito tre volte con la stessa modalità.

La causa di morti così rapide e repentine è la sepsi meningococcica, che, come spiega anche Matteo Bassetti, direttore della Clinica di Infettivologia del San Martino, è molto più grave della meningite: il batterio penetra nel sangue e l’organismo reagisce in maniera devastante, violentissima, portando a uno choc settico e infine alla morte. Tutto nel giro di pochissimo tempo.

«I due casi del San Martino sono apparentemente identici nell’evoluzione perché è evidente l’evoluzione del batterio - spiega Bassetti - il meningococco di tipo C purtroppo può dare un quadro molto simile, una setticemia che va prioritariamente nel sangue e colpisce tutti gli organi, anche l’encefalo. C’è anche la meningite, ma non è solo l’encefalo a essere coinvolto. Quando c’è la setticemia il quadro è molto più grave e devastante, perché il batterio entra nel sangue, che diventa meno fluido e crea dei coaguli, portando al collasso degli organi».

Il fatto che due casi si siano verificati a distanza di pochi giorni l’uno dall’altro e nello stesso quartiere, Cornigliano, ha inevitabilmente suscitato preoccupazione: «È bene chiarire che sono casi molto rari, e per cui purtroppo non si può fare nulla. I sintomi possono essere anche molto lievi, e non ha senso correre all’ospedale con due linee di febbre per timore della meningite. In quei rari casi in cui si ha questa evoluzione si può fare molto poco. A oggi non si tratta di un focolaio, ma di casi singoli che hanno avuto questa particolare e tragica evoluzione  - spiega a ncora Bassetti - Siamo comunque nella media dei casi italiani, che per regione sono sotto i 5 l’anno, si parla di circa 200 casi in tutta Italia».

Asl 3 e ospedale San Martino hanno già avviato la profilassi prevista in casi di questo genere: «Sono interessati i contatti stretti dei pazienti, cui vengono somministrati antibiotici che dovrebbero bloccare l'infezione - conferma l'infettivologo - Quando parliamo di contatti stretti ci riferiamo a persone che hanno soggiornato nella stessa stanza o locale per più tempo con la vittima, e che hanno avuto un contatto ravvicinato con le secrezioni respiratorie, la saliva in primis. Noi abbiamo somministrato la profilassi ai parenti che hanno accompagnato la donna in ospedale e a chi ha avuto contatti stretti quella sera stessa, del resto si occupa la Asl 3, incaricata di "mappare" tutti coloro che devono sottoporsi a trattamento antibiotico».

Sull’accaduto è intervenuta anche l’assessore regionale alla Sanità, Sonia Viale, che confermato il quadro: «La situazione, costantemente monitorata, a oggi non presenta caratteristiche di allarme. Il numero di casi registrati rientra nella media, sia sotto il profilo temporale sia geografico. Lo hanno confermato anche i nostri esperti epidemiologi e infettivologi che hanno potuto seguire gli eventi». 

Viale, dopo avere espresso vicinanza ai familiari delle due vittime, ha sottolineato che la Asl ha già messo in atto le indagini epidemiologiche e le attività di chemioprofilassi per i contatti stretti, ricordando che il modo più efficace per combattere il batterio è quello di vaccinarsi.

A oggi il vaccino contro la meningite B è gratuito per i bambini, ed è stato esteso ai ragazzi dai 12 anni sino al 18esimo anno d’età: «La fascia di età prevista è in linea con le previsioni del piano nazionale vaccini laddove non si prevedono vaccinazioni agli over 18 - ha detto Viale - la misura preventiva appropriata, in caso di necessità, rimane la chemioprofilassi per i contatti stretti, misura prontamente attivata in questa evenienza.  Asl 3 ha attivato, sentiti i cittadini direttamente interessati, un numero telefonico dedicato e a loro fornito ove personale sanitario è disponibile a fornire informazioni». 

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