Meningite, cause e sintomi spiegati dall'esperto
Due casi in Liguria nelle ultime settimane, e molta paura. Abbiamo parlato di quella che potrebbe trasformarsi in "psicosi" con il professor Claudio Viscoli, direttore del reparto Malattie Infettive del San Martino
Tre persone ricoverate in Toscana negli ultimi due giorni, due casi in Liguria in due settimane: la meningite fa paura, soprattutto in un periodo in cui l’epidemia di influenza anticipata miete sempre più vittime e in cui sintomi come febbre, mal di testa e dolori diffusi vengono spesso male interpretati, con conseguenti assalti ai pronto soccorso degli ospedali, come accaduto ieri nel capoluogo ligure.
I casi si registrano in tutta Italia, con una particolare incidenza in Toscana, dove a novembre è deceduta una donna di 45 anni e dove lo scorso 31 dicembre è stata ricoverata in gravi condizioni una ragazza di 20 anni, ma a oggi, nonostante il clamore e la preoccupazione suscitati, resta ancora molta confusione sulla diagnosi meningite, non soltanto dal punto di vista della somministrazione del vaccino, ma anche dei diversi batteri che la causano. Ne abbiamo discusso con il professor Claudio Viscoli, direttore del reparto Malattie Infettive del San Martino, che nei giorni scorsi si è occupato anche del caso della 34enne peruviana ricoverata dal giorno di Natale per una meningite da meningococco di tipo B.
E proprio il "neisseria meningitidis", il meningococco, è l’agente batterico che scatena la forma più grave della malattia: «E’ importante sottolineare che ci sono tanti tipi di meningite, quella veramente preoccupante è anche la più rara, ed è quella batterica. In Italia l’incidenza di quest’anno è assolutamente in linea con gli altri anni, eccezion fatta per la Toscana, dove la situazione è in effetti un po’ fuori dall’atteso. Ma di base ogni anno ci sono casi di meningite meningococcica”.
Stando a un report diffuso nei giorni scorsi dall’Istituto Superiore della Sanità, nel 2015 in Italia si sono verificati 200 casi di meningite da meningococco di sottotipo B o C. Gli altri batteri che causano la meningite sono poi lo Streptococcus penumoniae (pneumococco, lo stesso contratto dal ricercatore 67enne ricoverato al Galliera lo scorso 2 gennaio) e l’Haemophilus influenzae (l’emofilo).
«Solo un paio di microrganismi sono preoccupanti - prosegue Viscoli - Una sola, come detto più rara, prevede la somministrazione della profilassi ai contatti del paziente malato, e cioè quella batterica da meningococco. Quest’anno abbiamo avuto due casi, ne abbiamo molti di più da pneumococco legati a complicanze da otiti, o riscontrati in persone anziane. Contro lo pneumococco c’è una vaccino specifico, che va somministrato a tutte le persone sopra i 60 anni».
Quali sono, dunque, i sintomi cui bisogna prestare attenzione? «Le forme più gravi di meningite sono quelle in cui il batterio non ha neppure il tempo di arrivare alle meningi, perché scatena uno choc settico: entrando nel sangue, il batterio scatena una reazione dell’organismo, che è dannosa e che può essere fulminante: ci sono persone che sono purtroppo decedute in poche ore, casi riscontrati soprattutto nei bambini - spiega Viscoli - Queste sono le forme più gravi e terribili, quelli in cui l’evoluzione è fulminante, può darsi persino che non ci sia febbre, ma addirittura si registri ipotermia (un abbassamento della temperatura corporea sotto la media fisiologica, ndr). Nei casi più gravi si registra poi la comparsa di macchioline rosse sulla pelle, da non confondere con la varicella: sono piccole, e non scompaiono premendole, sono le cosiddette petecchie. Poi bisogna fare attenzione, vera attenzione, alle alterazioni dello stato sensoriale, che possono suggerire infezione. Spesso la persona perde conoscenza».
E’ quanto è successo alla 34enne di Chiavari ricoverata al San Martino, non nel reparto Malattie infettive ma in quello di Rianimazione, proprio perché le sue condizioni erano gravissime: «Nelle ultime ore si è verificato un miglioramento, è vigile e cosciente e sta rispondendo bene alle cure, quindi è molto probabile che verrà trasferita in Malattie Infettive, dove dovrà essere monitorata attentamente e proseguire con le cure: la meningite da meningococco può causare diversi strascichi».
Il consiglio, al momento, è quello di seguire le indicazioni date dalle singole Regioni: vaccinare bambini e anziani contro la meningite, attenersi alle procedure e ai richiami, e per quanto riguarda gli adulti «non correre al pronto soccorso al minimo timore, ma vaccinarsi contro l’influenza. A oggi la Regione non ha dato indicazioni su vaccinazioni contro la meningite per gli adulti, è necessario valutare l’incidenza della malattia e poi decidere».