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Cronaca

Al festival finanziato dalla Regione anche lo youtuber che chiama "cagne" le donne: è polemica

Polemiche in Regione per la kermesse "Liguria d'Autore", che si sta svolgendo tra Montemarcello e Bocca di Magra

Polemiche in Regione per la kermesse "Liguria d'Autore", che si sta svolgendo tra Montemarcello e Bocca di Magra (in provincia della Spezia). Iniziata venerdì 12 luglio, proseguirà fino a lunedì 15, e ha anche la partecipazione del governatore Giovanni Toti nelle prime due serate di venerdì e sabato. 

Dopo le polemiche per la presenza in programma dell'ex consigliere del presidente americano Donald Trump, Steve Bannon, che alla fine sul palco non è salito (senza annunciare in anticipo il forfait) e di altri esponenti della destra americana ed europea, ha suscitato non poco scalpore la presenza sul programma di una kermesse finanziata anche dalla Regione dell'attore hard e youtuber Max Felicitas, prevista per domenica 14 luglio.

Felicitas, nato 23 anni fa Edoardo Barbares e originario del Friuli, è noto non solo per le sue performance in diversi film a luci rosse, ma anche per alcune canzoni "lanciate" in rete con videoclip che hanno per protagonista uno dei personaggi più discussi degli ultimi anni, Andrea Diprè. Che in certi casi porta "a spasso" giovani donne tenendole al guinzaglio, in altri le palpeggia soddisfatto.

Tra i maggiori "successi" di Max Felicitas ci sono il singolo "Cagne", un concentrato di sessismo e machismo in cui spiccano massime come "Noi vogliamo soltanto le piu cagne" e "Si sborra", ma anche pezzi come "Lecca li clito", "Figa di legno" e "Martina la vagina", nel quale si sostiene "Niente libri, sono puttanate, per fare soldi e successo aprite le gambe, libero accesso".

Le canzoni di Max Felicitas

La presenza di Felicitas è stata richiesta per il dibattito tutto al maschile "Porno subito", insieme con Marco Valerio Cervellini (funzionario della Polizia Postale) e lo scrittore Massimo Bisotti, moderato da Daniele Grassucci di Skuola.net e Gianluca Daluiso. E il suo nome ha fatto inarcare parecchie sopracciglia, anche in una rassegna che si definisce "...luogo di incontro di idee, conoscenze e esperienze, un libero pensatoio con poche linee guida: nessuna caratterizzazione politica, ma solo spazio al pensiero indipendente. Grandi personaggi e grandi temi si sono alternati durante le diverse edizioni, con un’attenzione particolare verso le mutazioni e le evoluzioni culturali che animano il paese".

Le prime scintille, prevedibilmente, sono scoppiate tra maggioranza di centrodestra e Partito Democratico, con un comunicato firmato da Giovanni Lunardon, capogruppo Pd in Regione, in cui si attaccava la giunta per aver finanziato il festival, definito «dei sovranisti» e «pagato con i soldi dei contribuenti liguri. Per il secondo anno consecutivo il presidente della Regione Giovanni Toti ha speso 50mila euro di risorse pubbliche per la propria propaganda politica e per portare sul nostro territorio, all’evento intitolato Liguria D’Autore personaggi come l’eminenza grigia dell’ultradestra americana Steve Bannon, ex consigliere di Trump molto amato da neonazisti e Ku Klux Klan o Philippe Vardon del Rassemblement National di Marine Le Pen. Poi, già che c’era, Toti ha anche approfittato dell’occasione per invitare alla manifestazione la sua collega coordinatrice di Forza Italia Mara Carfagna, facendo pagare a tutti i liguri un anticipo del congresso del suo partito. Il problema, però, non sono i nomi in tabellone - alcuni dei quali francamente raccapriccianti -, ma che Liguria D’Autore sia a tutti gli effetti una kermesse politica finanziata con soldi pubblici, visto che è co-organizzata e sostenuta economicamente da due enti istituzionali come Regione Liguria e Comune di Ameglia».

All'attacco dell'opposizione aveva replicato lo stesso Toti, che non ha però commentato la presenza di un nome controverso come quello di Felicitas: «Il Partito democratico, nonostante il nome, ha uno strano concetto di democrazia: secondo i suoi esponenti dovrebbe poter parlare solo chi la pensa come loro. Si può non essere d’accordo con quanto sostiene Steve Bannon, infatti questo rassegna è improntata alla pluralità delle idee e dei punti di vista. Inoltre nella scorsa edizione erano presenti esponenti nazionali del Pd, come saranno presenti in quella di quest’anno. Evidentemente questi rappresentanti Democratici possiedono una visione più aperta e ampia rispetto ai loro omologhi locali. Poi, a scorrere il programma con onestà intellettuale, si dovrebbe parlare non solo di kermesse politica, visto che sono previsti diversi incontri e dibattiti su temi di stretta attualità che nulla hanno a che vedere con la politica».

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