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Cronaca

Morte Martina Rossi: dichiararono il falso, faranno volontariato

Niente processo ma 280 ore di volontariato per i due trentenni aretini che depistarono le indagini per difendere i due amici condannati in Cassazione

Dovranno svolgere 280 ore di volontariato in circa 8 mesi. Niente processo per F. B. ed E.D.A. i due aretini, oggi trentenni, imputati con l'accusa di aver depistato le indagini sulla morte di Martina Rossi, la studentessa genovese di vent'anni morta precipitando dal balcone di un hotel durante le vacanze a Palma di Maiorca i 3 agosto 2011. Per quella tragedia sono stati condannati in via definitiva a tre anni Alessandro Albertoni e Luca Vanneschi.

F.B. e E.D.A invece avevano chiesto la cosiddetta messa alla prova, ovvero la sospensione del processo a fronte, tra l'altro, di un percorso di volontariato e di un atto di beneficenza. Il giudeice Paolo Lepri ieri, giovedì 7 aprile 2022, ha accordato loro questa possibilità.

I due, per la Procura, avevano dichiarato il falso nel 2013 per coprire i due amici poi condannati in via definitiva per la tentata violenza sessuale: Martina non si era tolta la vita come stabilito dalle autorità spagnole ma era caduta nel vuoto mentre cercava, passando da un balcone all'altro dell'albergo, di sfuggire all'aggressione sessuale.

B. e E.D.A. hanno offero 1.500 euro a testa all'associazione che porta il nome di Martina, una cifra considerata dai genitori della vittima irrisoria rispetto alla gravità dei fatti. I due imputati infine hanno fatto consegnare loro una lettera, non essenso presenti in aula, nella quale hanno espresso il proprio rammarico per quanto accaduto, si sono scusati e hanno preso le distanze dagli amici Albertoni e Vanneschi.

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