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Giovedì, 18 Aprile 2024
Cronaca

Protesta nel carcere di Marassi, stoviglie e pentolame contro le grate

"Da quanto appreso dal personale di polizia penitenziaria in servizio durante il turno di notte, sembra che i detenuti di Marassi abbiano protestato contro l'attuale direzione dell'istituto". Così il segretario regionale della Uil Pa penitenziari, Fabio Pagani

"Una rumorosissima protesta è stata messa in atto dai detenuti ristretti nel penitenziario genovese di Marassi dalla mezzanotte del 8 luglio 2021. In tutte le sezioni i detenuti hanno battuto stoviglie e pentolame alle grate e alle porte delle celle per più di un'ora".

A darne comunicazione è il segretario regionale della Uil Pa penitenziari, Fabio Pagani, che sottolinea: "dopo i raccapriccianti fatti di Santa Maria Capua Vetere, temevamo che i detenuti potessero dare inizio alle proteste e a cominciare è proprio il carcere di Marassi - commenta Pagani -. Il clima è sempre più pesante e pericoloso, ma da quanto appreso dal personale di polizia penitenziaria in servizio durante il turno di notte, sembra che i detenuti di Marassi abbiano protestato contro l'attuale direzione dell'istituto".

"Per questo - prosegue Pagani - ci rivolgiamo alla parte buona della società, alla politica e al Governo chiedendo di creare un cordone di solidarietà e protezione intorno alla polizia penitenziaria, che rimane una forza di polizia sana e indispensabile per l'ordine democratico e la sicurezza dei cittadini. Ancora una volta paghiamo la lentezza dell'Amministrazione Penitenziaria - commenta Pagani -, in questi giorni si parla molto di carcere, ma ancora una volta temiamo che lo si faccia in modo sbagliato, più per una contesa politica e mirando, magari, a modificare gli equilibri interni alla maggioranza di governo e alla prossima campagna elettorale, piuttosto che all'organica risoluzione dei problemi che attanagliano l'esecuzione penale del nostro Paese".

"A Santa Maria Capua Vetere - prosegue Pagani - sono stati commessi errori gravissimi, che vanno indagati sino in fondo e perseguiti. Chi ha sbagliato deve assumersene ogni responsabilità, pure per i rischi a cui sta esponendo le 37mila donne e uomini della polizia penitenziaria, che ogni giorno adempiono fedelmente e con abnegazione al loro dovere. Anche in questo caso, però, non devono prevalere sentimenti di vendetta, ma vanno individuate le cause e i mali del sistema, che - non si dimentichi - la politica e i governi hanno ingenerato e mantenuto".

"Marassi sta attraversando un momento molto delicato (priva di direttore e comandante titolare), ma fatta du uomini e donne del corpo di polizia penitenziaria, che conoscono molto bene il significato di spirito di corpo e sacrificio e ritengo - dichiara ancora il sindacalista - di poter collocare il sistema penitenziario ligure tra i punti di caduta più evidenti del disastrato panorama nazionale".

"Voglio portare la mia personale vicinanza ai lavoratori di Marassi e della Liguria, perché questo modello di Amministrazione autoreferenziale, nemica e distante va contrastato", conclude Pagani.

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