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Cronaca Marassi / Piazzale Marassi

Marassi, ergastolano aggredisce sovrintendente della polizia penitenziaria

Escalation di violenza nell'istituto genovese. "Nella giornata di ieri due detenuti hanno dato fuoco alle loro rispettive celle mentre l'altro giorno altri detenuti hanno distrutto celle e salette di attesa", riferisce Michele Lorenzo del Sappe

Ancora un'aggressione alla polizia penitenziaria effettuata da un detenuto ristretto nel carcere di Genova Marassi. A darne notizia è il segretario regionale del Sappe della Liguria Michele Lorenzo. "Non sono passati che pochi giorni da quel 6 maggio, giorno in cui un detenuto del Ghana aveva aggredito due agenti, oggi - racconta Lorenzo - un noto detenuto italiano che deve scontare nelle patrie galere una detenzione collegata ai suoi reati quali omicidio, legami in attività mafiose, ricettazione, ha aggredito un sovrintendente con una bottigliata in pieno volto".

"Il detenuto da mesi crea disagi all'attività della polizia penitenziaria, distruggendo le celle o qualsiasi altro luogo con cui venga a contatto - prosegue Lorenzo -. Un detenuto definibile di difficile gestione che non può e non deve essere ristretto in un istituto come Marassi già di per sè congestionato da innumerevoli detenuti, che provocano quotidiani eventi critici; basti pensare che solo nella giornata di ieri due detenuti hanno dato fuoco alle loro rispettive celle mentre l'altro giorno altri detenuti hanno distrutto celle e salette di attesa".

"Ma non finisce qui: questo inizio settimana a Marassi - continua il Sappe ligure - dopo un accurato controllo all'interno di un reparto detentivo, la polizia penitenziaria ha rinvenuto due telefoni nascosti un una cella. Quindi ce n'è abbastanza per decretare lo stato di attenzione massima, ma questo non è possibile perché non c'è personale a sufficienza - denuncia Lorenzo - ma è anche inspiegabile il perché al detenuto che ha aggredito il sovrintendente non è stata applicata alcuna misura disciplinare, anzi gli è stato anche concesso di recarsi al campetto per la partitella. Nel mentre il collega è stato inviato al pronto soccorso per accertamenti, augurandogli una pronta guarigione".

Per il Sappe urge che il ministro Cartabia invii su Marassi un'indagine ispettiva per appurare le vere motivazioni che hanno indotto questa serie di escalation di proteste da parte dei detenuti e i troppi eventi critici avvenuti quasi contemporaneamente in più reparti del penitenziario, ma soprattutto le aggressioni al personale.

Continua il segretario Lorenzo "speriamo che il ministro Marta Cartabia si renda conto che in Liguria esistono le carceri ed i problemi che producono attendono soluzioni da anni. Abbiamo più volte sollecitato su Marassi un incontro con i sindacati per rivedere l'organizzazione dell'istituto, specialmente dopo le rumorose proteste dei giorni scorsi. È indispensabile che la pubblica amministrazione si doti di provvedimenti certi invece di soluzioni provvisorie che non risolvono il problema specialmente in un istituto della portata di Marassi".

"Pur approvando il progetto di edilizia penitenziaria proclamato dalla stessa ministra della Giustizia Marta Cartabia - afferma il Sappe -, non si è ancora pronunciata sulla costruzione del nuovo carcere di Savona, indispensabile per tutta la Liguria. Per questo come sindacato chiediamo una maggiore attenzione per il personale che opera nelle carceri liguri, attraverso la dotazione di strumenti tecnologici, il ripianamento dell'organico, riapertura del carcere di Savona, apertura della residenza per ricovero detenuti psichiatrici di Calice al Cornoviglio (Spezia) ultimato da anni ed ancora chiuso. Su questo il ministro della Giustizia dovrebbe essere più interventista visto che è di sua competenza".

Nel frattempo a Marassi e in Liguria aumenta il malumore della polizia penitenziaria.

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