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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca

Gli studenti tornano in piazza: "Assemblee in presenza, orari accettabili e più investimenti"

Venerdì 19 novembre alle ore 9 il ritrovo a Brignole per la partenza del corteo

Scenderanno in piazza venerdì 19 novembre gli studenti genovesi, con un corteo che partirà da Brignole (punto di ritrovo i giardini) intorno alle ore 9 con l'obiettivo di portare avanti alcune tematiche legate al mondo della scuola, a quello dell'ambiente e dell'accoglienza. Tra le principali: assemblee d'istituto in presenza, un cambio di prospettiva sugli orari da parte della Prefettura e una miglioria del sistema scolastico, contro le classi pollaio e per un serio piano di edilizia scolastica. 

"Con il continuo progredire della pandemia, negli ultimi due anni, il comparto scuola è stato decisamente messo in secondo piano. - spiega Francesco Devoti, coordinatore della Rete degli Studenti di Genova - scenderemo in piazza perché siamo stanchi di non poter fare assemblee di istituto in presenza. Le assemblee sono uno spazio di socialità che non può essere messo da parte all'interno del sistema scolastico. Vogliamo anche una revisione degli scaglionamenti previsti dalla Prefettura, perché non è possibile che ci siano studenti che, per il solo fatto di abitare lontano dalla propria scuola, debbano arrivare a casa nel pomeriggio inoltrato." 

Il corteo vedrà partecipi diverse realtà del movimento studentesco genovese oltre alla Rete degli Studenti Medi, come il Collettivo Edera e il Coordinamento medi internazionalisti.

Lucia Piccolo, dal CMI, spiega: "Vogliamo una scuola che non parli solo dei problemi ambientali. Le stesse potenze che partecipano al Cop26 e stendono accordi green entro il 2100, stanno investendo in piani di riarmo che arrivano a più di 1900 miliardi. Se il clima è così importante, perché le potenze spendono  solo 1/19 dei 1900 miliardi  per la riconversione energetica? Inquina di più una bomba atomica o un automobile a diesel ? È più pericoloso il riarmo o la CO2? Vogliamo una scuola che ci prepari al futuro e che non lasci indietro nessuno, che riporti agli studenti gli scenari disumani attuali, come quello ai confini tra Bielorussia e Polonia, dove  4000 profughi cercano di arrivare in Europa. Migliaia di persone lasciate al freddo, alla fame nelle foreste  baltiche, a cui viene impedito di oltrepassare il filo spinato europeo. Per questo scenderemo in piazza il 19 novembre. Vogliamo una scuola che dica no alle frontiere e al military green e che sia per la massima accoglienza dei migranti e studenti come noi".

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