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Cronaca Campomorone

Mafia, Centi: "In Liguria un quadro grave". I numeri, la mappa, i beni confiscati

Il presidente della Commissione regionale antimafia Centi in occasione della Giornata della Legalità: "Criminalità organizzata soprattutto nel settore degli appalti e nelle strutture turistico/alberghiere, problemi relativi al fenomeno dell'usura, delle ecomafie e la forte presenza del traffico di stupefacenti nei porti liguri"

Un quadro "molto serio e grave" in Liguria per quanto riguarda la presenza delle mafie: così si è espresso il presidente della Commissione regionale Antimafia, Roberto Centi, nell'ambito dell'evento per la Giornata della Legalità a Campomorone.

All'iniziativa, organizzata dal Movimento delle Agende rosse, gruppo Falcone Borsellino della Liguria, hanno partecipato quasi 400 ragazzi provenienti da tutta la Liguria, per ascoltare le testimonianze di Salvatore Borsellino (fratello del magistrato Paolo, ucciso dalla mafia in via D'Amelio a Palermo il 19 luglio 1992) e di Angelo Corbo (poliziotto superstite della strage di Capaci del 23 maggio 1992). All'evento, moderato dal presidente del Movimento delle Agende Rosse ligure, gruppo Falcone Borsellino, Giuseppe Carbone, ha partecipato anche Centi.

Mafie, in Liguria "fenomeno mafioso radicato e pervasivo"

"In Liguria il quadro sulla presenza delle mafie è molto serio e grave - ha spiegato il presidente della Commissione Antimafia regionale -. Il fenomeno mafioso nella nostra regione è radicato e pervasivo, con realtà consolidate in tutte le province, legate soprattutto a diversi 'locali' ‘ndranghetisti perfettamente inseriti nei gangli imprenditoriali, amministrativi, professionistici e politici della Liguria. Nel lavoro della Commissione Antimafia sono emerse problematiche relative alla presenza della criminalità organizzata soprattutto nel settore degli appalti e nelle strutture turistico/alberghiere, problemi relativi al fenomeno dell'usura, delle ecomafie e la forte presenza del traffico di stupefacenti nei porti liguri (oltre il 39% della cocaina sequestrata in Italia sta passando dai porti di Genova, Vado e La Spezia)".

Beni confiscati alla mafia in Liguria: allo studio una legge regionale

"In questo quadro – ha aggiunto Centi – da pochi giorni ho depositato la proposta di legge sui beni confiscati alle mafie, ed è quindi cominciato tutto l'iter legislativo per arrivare al voto in Consiglio regionale. Nella nostra proposta abbiamo previsto di istituire un fondo più consistente per i beni confiscati in Liguria (oggi è di 500 mila euro) e inoltre un piano strategico per permettere ai Comuni di avere personale dedicato e formato per seguire l'iter delle confische e il successivo trasferimento dei beni. Solo con una fattiva collaborazione tra tutte le istituzioni possiamo ottenere risultati significativi. Inoltre la scorsa settimana è stato approvato in consiglio regionale un mio ordine del giorno che, in estrema sintesi, richiede allo Stato di utilizzare le risorse del Pnrr non solo per il recupero dei beni confiscati alla mafia nel Sud Italia (com'è previsto al momento), ma anche per i beni del Nord Italia, che rappresentato circa il 30% di tutti i beni confiscati alla criminalità organizzata in Italia".

La mappa della Dia

La relazione semestrale della Dia, appena un mese fa, ha sottolineato che il panorama criminale ligure è caratterizzato da traffico e spaccio di sostanze stupefacenti. "Pare oramai assodato il coinvolgimento delle consorterie ‘ndranghetiste radicate sul  territorio", si legge nel documento "da anni infatti esse sono in grado di avvalersi di basi logistiche liguri per l’importazione di cocaina".

Per le organizzazioni criminali più strutturate infatti la Liguria ha costituito, a partire dagli anni ’50, una forte attrattiva per il florido tessuto economico essendo un crocevia strategico tra Versilia, Costa Azzurra, regioni del nord Italia e nord Europa. A ciò si aggiungano anche i facili collegamenti verso altri continenti grazie agli scali portuali.

La Dia: "Genova camera di controllo regionale"

Le numerose inchieste concluse nel tempo, alcune sostenute anche dalle dichiarazioni di collaboratori di giustizia, hanno fatto emergere la presenza di una struttura criminale ‘ndranghetista denominata Liguria50 alla quale fanno riferimento altre unità periferiche e locali che seppur strettamente collegate al crimine reggino sono comunque dotate di autonomia strategico-operativa e dislocate a Genova, Lavagna e Ventimiglia.

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Il punto sui beni confiscati

Per quanto riguarda i beni confiscati, dal 2014 al 2022 sono stati circa 464 i beni confiscati alla mafia, con un incremento del 193% rispetto ai precedenti otto anni.

Do questi 464 beni, 137 sono già stati destinati ad attività legali e di utilità sociale, mentre i restanti 327 devono ancora essere presi in carico dall'agenzia nazionale dei beni confiscati alle mafie, competente ad avviare l'iter burocratico per l'assegnazione.

Centi: "Ascoltiamo i testimoni per capire cos'è la mafia"

La partecipazione all'evento per Centi è stata "un onore, con la fortuna di poter ascoltare le strazianti, ma fondamentali, testimonianze di persone come Salvatore Borsellino e Angelo Corbo. In particolare mi hanno toccato le parole di Borsellino che ha spiegato alla platea come i pezzi dei corpi dei morti sopravvivano nel cuore di chi lascia queste testimonianze. Io vengo dal mondo della scuola e penso che spesso facciamo studiare ai ragazzi concetti culturalmente alti ma che per loro, abituati a vivere in una dimensione prevalentemente virtuale, non trovano legami con la realtà. L'evento dimostra come non ci sia niente di meglio di legare studio a realtà, e per esempio ascoltare Borsellino e Corbo per capire che cos'è stata, e che cos'è, la mafia".

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