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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Delitto Scagni, la madre di Alice scrive al genero: "Perché non hai fatto nulla?"

La lettera dopo che Gianluca Calzona si è costituito parte civile, sostenendo la piena capacità di intendere e di volere di Alberto accusato dell’omicidio della sorella Alice

Le prime avvisaglie si erano intuite martedì scorso durante l'udienza preliminare. Antonella Zarri, madre di Alice Scagni uccisa lo scorso Primo maggio dal fratello Alberto, era uscita dall'aula per chiedere perché Andrea Vernazza, il legale di suo genero Gianluca Calzona, potesse parlare a nome del figlioletto di Alice e suo nipote.

Poi, dopo la sentenza di rinvio a giudizio per Alberto, con l'accusa di omicidio volontario aggravato dalla crudeltà e dalla premeditazione, sulle scale del tribunale l'esternazione del padre di killer e vittima, Graziano Scagni, che ha commentato il dibattimento con una sola frase: "Non è bello tirare in mezzo dei minori".

Qualcosa non è andato bene ai genitori Scagni che due giorni dopo hanno pubblicato su Facebook una lettera aperta al genero. Ma cosa è successo durante l'udienza? Calzona, tramite il suo avvocato, si è costituito parte civile sostenendo che Alberto fosse pienamente capace di intendere e volere, come afferma la procura.

Una presa di posizione miope per Antonella e Graziano che invece chiedono ormai da quasi un anno di fare luce sulle responsabilità di chi avrebbe dovuto curare Alberto e chi avrebbe potuto, forse, evitare la tragedia. Per questi aspetti la procura ha aperto un fascicolo parallello sulle presunte omissioni di polizia e salute mentale e morte come conseguenza di altro reato, prima della tragedia. Risultano indagati due agenti della sala operativa della questura, che avrebbero sottovalutato la telefonata d'allarme fatta dal padre a poche ore dal delitto, e un medico. Recentemente le indagini sono state prorogate di sei mesi. Tornando alle condizioni psicologiche di Alberto si ricorda che per il perito del giudice è seminfermo ma capace di stare in giudizio mentre per i genitori e la difesa sarebbe totalmente incapace. E proprio le divergenze sulla salute mentale del killer avrebbero spinto sua madre a scrivere pubblicamente al genero. 

"Caro Gianluca, Tu sei il marito di Alice. Mia figlia. Il padre di mio nipote . inizia la lettera - Ho atteso invano che tu smentissi le eccentriche esternazioni del tuo avvocato ma, evidentemente, o non hai il coraggio di farlo, o, peggio, le condividi. Ho deciso pertanto di scriverti questa lettera aperta per non consentirti più di nasconderti fin dal momento esatto in cui tua moglie è stata uccisa quasi sotto i tuoi occhi. Quasi, perchè mentre lei era uscita a portare fuori il cane pur sapendo da noi delle minacce di Alberto, tu sei rimasto chiuso in casa. hai detto che sarebbe stato compito tuo ed io sono felice, credimi, che tu ti sia salvato. Ma ti chiedi perchè non hai fatto nulla?. Non hai nemmeno chiamato il 113. Non sapevi nulla?".

I toni restano accesi per tutto il post: "Ma tu stesso hai raccontato alla Procura del terrore che avevi per te e per la tua famiglia a causa della follia ingravescente che ha manifestato Alberto negli ultimi mesi. Hai raccontato di come ti sei personalmente attivato affinchè Alberto fosse visitato da un medico che conoscevi per poter magari essere seguito da un centro di salute mentale. Ora mi sorprende come tu possa, tramite il tuo avvocato, sostenere che Alberto è pienamente capace di intendere e volere a dispetto di tutte le evidenze e di quanto tu stesso hai raccontato di aver vissuto. Hai raccontato che Graziano ti aveva detto che Alice doveva stare molto attenta alla follia evidente di suo fratello. Io capisco che tu possa odiarci perchè abbiamo dato alla luce un figlio che ha ucciso tua moglie e madre del tuo bimbo, ma noi siamo gli stessi genitori anche di Alice e non devi dimenticarlo".

Poi Antonella Zarri tira in ballo anche la procura: "È comprensibile che ciascuno di noi si possa interrogare su come possa essere successo tutto questo, su come avrebbe potuto essere evitato e su come sopravvivere. Che senso ha, tuttavia, dare tutta la colpa ad Alberto ignorando volutamente ciò che si sa perfettamente? Vuoi dare la colpa a me come piace tanto alla Procura? Accomodati. Questo, però, non risolverà il tuo dolore. Io e Graziano, mentre tu eri in casa, eravamo aggrappati al telefono nella disperata e vana richiesta di intervento della Polizia. Gli unici che avrebbero potuto evitare a tutti noi questo immenso dolore".

La mattina del 1° maggio 2022, Alberto aveva chiamato il padre Graziano minacciandolo di morte se non gli avesse accreditato dei soldi sul conto. Passano poche ore e Alberto richiama dicendo: "Se non mi dai i soldi lo sai dove finiscono questa sera Alice e Gianluca?", rispettivamente la sorella e il cognato. A quel punto Graziano chiama il 112 e parla con la questura ma gli operatori rispondono di chiudersi in casa e richiamare nel caso Alberto si presentasse. Alberto, però, va a Quinto, sotto casa di Alice con un coltello nascosto in un sacchetto, aspetta ore davanti al portone e quando lei scende per portare il cane la strazia con 17 coltellate.

Continua la madre di assassino e vittima: "Questa è la verità. Lo sai perfettamente. Io non mi nascondo dietro il mio avvocato, come vedi. Prima di accettare il nostro incarico ha voluto conoscere tutto di noi e della nostra famiglia per poi chiederci se fossimo disposti ad accettare il fatto che sarebbe stata poi divulgata ogni cosa e che saremmo stati totalmente violentati nella nostra privacy dalla stampa. Gli abbiamo chiesto il perchè e lui ci ha risposto che ciò accade sempre nei processi dove sono coinvolti o dovrebbero esserlo le Forze dell’Ordine".

Nel congedo, infine, la donna fa appello al bene comune con il genero ovvero il figlio di Alice: "Caro Gianluca quel che non devi dimenticare come padre è che un giorno, te lo auguro di cuore, tu potrai ricostruirti una vita nuova. Ne hai pieno diritto. Ma noi abbiamo perso due figli che mai più nessuno potrà restituirci. Noi non chiediamo la libertà di Alberto ma solo che venga curato in modo che non possa far del male a nessun altro. Ecco, mi pare di averti detto tutto. Ti voglio bene così come voglio tantissimo bene a tuo figlio, mio nipote. La cosa piu grande che mi è rimasta di Alice. Ti voglio bene perché ti ha scelto Alice e perché avevi detto che avremmo dovuto fare tutto come avrebbe voluto lei".

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