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Cronaca

Legge Zan, la Regione dice no alla legge sull'omotransfobia. Pastorino: «Dichiarazioni disgustose»

Mai (Lega): "Viola la libertà di espressione e potrebbe riscrivere la natura umana"

Il Consiglio regionale della Liguria dice “no” alla mozione che avrebbe impegnato la giunta Toti a sostenere la proposta di legge Zan, in discussione in Parlamento. Lo dice con i 18 voti contrari da parte della maggioranza. È l’esito della mozione proposta da Gianni Pastorino, deputato ligure di Leu e segretario di presidenza della Camera, per sostenere “la proposta di legge in materia di violenza o discriminazione per motivi di sesso, genere, orientamento sessuale e identità di genere con la predisposizione di politiche attive dedicate”. A favore solo gli 11 consiglieri di minoranza.

«Mi stupiscono le dichiarazioni di alcuni consiglieri regionali liguri in merito al sostegno alla legge Zan sull'omotransfobia approvata alla Camera a novembre, le trovo frutto del pregiudizio», dichiara Luca Pastorino. «La legge, che estende la protezione contro le discriminazioni di genere, è passata alla Camera lo scorso 4 novembre. Mi auguro che il suo iter venga portato avanti da questa legislatura e che il Senato possa approvarla presto». 

Cosa prevede la legge Zan

La legge Zan introduce nuove fattispecie penali che puniscono comportamenti accomunati dalla finalità di discriminazione fondate sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale e sull’identità di genere. È previsto il carcere per chi istiga a commettere o commette atti di discriminazione fondati su questi motivi, chi istiga a commettere o commette atti di violenza o provocazione alla violenza, chi partecipa o assiste organizzazioni, associazioni, movimenti o gruppi che hanno tra i propri scopi l’incitamento alla discriminazione o alla violenza per tali motivi. Nel testo definitivo approvato dalla Camera è stata anche inclusa una clausola che salvaguarda la libertà d’espressione per evitare che fosse introdotto un nuovo reato d’opinione.

Il fronte ligure dei "no"

«Una proposta per noi discriminatoria perché non contempla alcune categorie, creando ulteriori difformità. Che dire delle persone che non saranno altrettanto tutelate dalla nuova norma come i senza tetto, psicologicamente fragili, poveri, deboli, disadattati e tanti altri? Secondo il paradosso della sinistra, chi compirà gli stessi reati nei confronti di queste persone avrà pene più miti, trattamento più favorevole e differente rispetto ai primi. Allo stesso modo, chi subirà violenza o discriminazione per ragioni di orientamento sessuale riceverà una posizione privilegiata rispetto a chi subirà una violenza tout court e quindi ci sarà un trattamento diverso nella valutazione della commissione di delitti, senza alcuna legittima giustificazione», è il parere della Lega.

Contraria anche l’assessora alle Pari opportunità Simona Ferro (Fratelli d’Italia) che non ritiene necessaria l’approvazione di una nuova legge sulla discriminazione basata su identità di genere e orientamento sessuale perché esiste già “una legislazione adeguata in materia”.

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