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Cronaca

Latte e formaggi, anche in Liguria obbligo di etichetta "rintracciabile"

Regole più severe per l'etichettatura dei prodotti caseari, che dovranno riportare il paese di origine e quello in cui il prodotto è stato trattato

Etichette più dettagliate per prodotti più “rintracciabili”: entrano in vigore mercoledì 19 aprile le nuove disposizioni del Ministero della Salute sull’etichettatura del latte e dei suoi derivati, regole più severe che resteranno in vigore, in via sperimentale, sino al 31 marzo 2019.

La «svolta storica», così l’ha definita il ministro dell’Agricoltura, Maurizio Martina, prevede che sull’etichetta dei prodotti caseari vengano indicate la dicitura “Paese di mungitura”, con il nome del paese dove il latte è stato munto, e “Paese di condizionamento o di trasformazione”, e cioè il luogo in cui il latte è stato trattato. 

Altre specifiche: nel caso in cui il latte sia stato munto e trattato nello stesso paese è sufficiente indicarlo alla voce “origine del latte”, se invece si tratta di un prodotto che ha attraversato diversi paesi, ma comunque all’interno dell’Unione Europea, si possono utilizzare l’espressione “latte di paesi Ue” per la mungitura e latte condizionato o trasformato in paesi Ue per la trasformazione. Stessa cosa, con la dicitura “paesi non di Ue”, per i prodotti provenienti o trasformati fuori dall’Unione Europea.

Di seguito, i prodotti cui si applica la nuova normativa:

- Latte e crema di  latte, non concentrati né addizionati con zuccheri o altri edulcoranti;

- Latte e crema di latte, concentrati o con aggiunta di zuccheri o di altri edulcoranti;

- Latticello, latte e crema coagulata, yogurt, kefir ed altri tipi di latte e creme fermentate o acidificate, sia concentrate che addizionate di zucchero o di altri edulcoranti aromatizzate o con l'aggiunta di frutta o di cacao;

- Siero di latte, anche concentrato o addizionato di zucchero o di altri edulcoranti; prodotti costituiti di componenti naturali del latte, anche addizionati di zucchero o di altri edulcoranti,  non nominati né compresi altrove;

- Burro e altre materie grasse provenienti dal  latte; creme lattiere spalmabili;

- Formaggi, latticini e cagliate;

- Latte sterilizzato a lunga conservazione;

- Latte UHT a lunga conservazione.

Restano esclusi i prodotti Dop e Igp, che già hanno l’indicazione geografica e di origine e sono già tracciati, il latte fresco (già disciplinato a norma del previgente decreto interministeriale 27 maggio 2004) e gli alimenti biologici. I produttori che non si atterranno al nuovo regolamento rischieranno sanzioni minime di 1.600 euro, anche se il decreto ministeriale, proprio in virtù della sperimentazione, ha stabilito che il latte e i prodotti caseari non conformi alle nuove disposizioni potranno comunque essere venduti sino a esaurimento scorte, e comunque non oltre il 18 ottobre 2017.

Anche in Liguria, dunque, dove la tradizione casearia è fortemente radicata, i produttori e le aziende si preparano ad adeguarsi alla nuova normativa. Proprio nei giorni scorsi Confesercenti ha eletto Stefano Vagge, presidente del Consorzio del mercato coperto di via Isonzo e titolare di una macelleria, come nuovo presidente di Fiesa, la sigla che riunisce gli operatori del comparto alimentare: «La sfida futura è quella di mettere a sistema l'offerta al dettaglio degli alimentaristi genovesi, dal rafforzamento delle reti tra i mercati rionali al coinvolgimento degli operatori in sede fissa - ha commentato il neo presidente - Il settore "food" costituisce infatti un patrimonio della nostra città sia in termini occupazionali sia di promozione dei prodotti tipici e del territorio: valorizzare tutto questo è necessario non solo per opporre un argine alla grande distribuzione, ma anche in considerazione delle ricadute positive in termini di attrazione turistica e di vivibilità del territorio».

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