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Cronaca

Dal Brugneto a quello di Vobbietta, laghi liguri tra rischi e inciviltà

La tragedia dello scorso sabato riaccende i riflettori sull’importanza di avvicinarsi ai laghi con prudenza e rispettando le regole

Se i turisti da fuori regione si dirigono senza esitazione verso le spiagge e il mare, molti liguri in estate non hanno dubbi, soprattutto in questa così particolare, segnata dall’emergenza coronavirus: meglio l’entroterra, con le sue vallate verdeggianti, i monti da esplorare e i laghi.

In Liguria infatti, a dispetto della vocazione balneare, i laghi ci sono, e sono anche molto frequentati. Dai laghetti di San Carlo di Cese, nella vicina val Varenna, al Gorzente, nel parco delle Capanne di Marcarolo dell’alta val Polcevera, passando per quello del Brugneto, nel parco naturale dell’Antola, e quello di Vobbietta, a Isola del Cantone, soprattutto in estate l’esodo verso i laghi liguri è massiccio. E non esente da rischi, come dimostra la tragedia dello scorso sabato, quando uno studente di 27 anni, Jean Patient Ndjehoya Massog, è morto mentre faceva il bagno nel lago di Vobbietta, un’insenatura artificiale in cui la balneazione è vietata. Il bagno, insomma, non si potrebbe fare, ma sono tantissime le persone che aggirano il divieto per una nuotata nelle acque limpide e sfuggire alla calura.

«Il lago di Vobbietta è artificiale con diga, per cui pericoloso e non balneabile - conferma Lara, genovese, che a Vobbietta ha la seconda casa - non essendo parte del comprensorio dell’Antola i controlli sono meno rigidi, ma ci sono, così come le regole. Ci sono già stati morti e feriti in passato, eppure sono tante le persone che fanno il bagno aggirando il divieto».

Al rischio legato alla sicurezza dei bagnanti si aggiunge poi il degrado e l’inciviltà di molti: rifiuti accatastati vicino a bidoni stracolmi nella migliore delle ipotesi, abbandonati tra la vegetazione nella peggiore. E se non fosse per i lavori dei volontari, come accade nel caso del lago del Brugneto, aree verdi e incontaminate si trasformerebbero in discariche. Per non parlare del bracconaggio ittico: anche la pesca è vietata in molti laghi liguri, ma spesso le norme vengono aggirate in notturna.

«Nel corso delle perlustrazioni in vari settori del lago ho riscontrato una situazione critica per cui è stato necessario l'intervento del corpo Carabinieri di Torriglia - spiega Fabio Cuneo, presidente dell’Asd Wild Lake Val Brugneto, da anni impegnata nella salvaguardia e nella tutela del comprensorio del lago del Brugneto - Allo stesso tempo, allertato da una segnalazione di un amico, ho chiamato il vice presidente Germano per andare a controllare una situazione particolare in diga dove vi erano diverse persone "accampate" che si muovevano in maniera sospetta sulla sponda. Il vice recatosi sul posto ha notato tre auto ed un numero elevato di persone che "grigliavano". Secondo le mie esperienze maturate sul campo, i primi beccati in coda erano le vedette, e quelli in diga erano gli esecutori materiali dell'azione di bracconaggio sventata dal nostro intervento».

«Noi ogni notte per il bene del nostro lago mettiamo a rischio la nostra vita - prosegue Cuneo - non vogliamo meriti per ciò che facciamo, perché per noi è un dovere, ma ci aspettiamo da tutti gli enti preposti una mano nella prevenzione e nel contrasto del bracconaggio ittico».

Ai laghetti di San Carlo di Cese, invece, la criticità principale riguarda grigliate sino a tarda notte, abuso di alcol e bagni che possono sfiorare la tragedia: lo scorso 19 luglio un ragazzo è scivolato sugli scogli cadendo in acqua e ferendosi alla testa, ed è stato necessario portarlo in ospedale con l’elicottero, chiudendo anche la strada. E in questa estate 2020 anche gli assembramenti hanno suscitato timori, tanto da spingere il Comune a valutare una task-force apposita per prevenirli e un presidio fisso.

Sul finire dell’estate, dunque, l’attenzione resta alta. E la richiesta di chi frequenta e ama i laghi liguri è di potenziare i controlli, destinando risorse anche a questa parte di territorio, per salvaguardarlo e salvaguardare chi lo frequenta.

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