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Cronaca Centro / Via dei Santi Giacomo e Filippo

Lavoratori Iren e Italgas in sciopero

Sciopero davanti alla sede Iren di via Santi Giacomo e Filippo. Al centro della protesta il cosiddetto codice degli appalti

Lunedì 17 dicembre 2018 a partire dalle ore 8.30 davanti alla sede Iren di via Santi Giacomo e Filippo a Genova si terrà il presidio dei lavoratori del settore elettrico, gas e acqua in concomitanza con lo sciopero nazionale, proclamato da Filctem Cgil, Femca Cisl, Flaei Cisl e Uiltec Uil. Dal 1 aprile 2019 entrerà in vigore il cosiddetto codice degli appalti che trova nell'articolo 177 l'obbligo per le aziende dei settori elettrico e gas di cedere l'80 per cento delle proprie attività a ditte d'appalto.

Nella città metropolitana di Genova sono diverse le aziende coinvolte tra cui le maggiori come Italgas e Ireti del gruppo Iren che comprende gas e acqua.

«Sulla parte che riguarda esclusivamente il settore acqua - scrive in una nota Fictem Cgil Genova - è in via di discussione in Parlamento, con procedura d'urgenza, un disegno di legge presentato dal Movimento 5 Stelle avente per oggetto l'acqua pubblica. In questo caso il testo prevede che l'acqua debba essere gestita in via esclusiva da aziende pubbliche e che l'ambito di intervento non può superare la provincia. Questo significherebbe che grandi gruppi come Iren, dove la maggioranza della proprietà è dei Comuni, verrebbero estromessi dalla gestione - e per questa estromissione rimborsati dalla fiscalità generale - per far tornare la gestione dell'acqua sempre agli stessi Comuni».

«Il controllo pubblico dell'acqua - prosegue la nota - non è in discussione ma è pericoloso perseguire questa strada che da un lato ridimensiona le grandi aziende e dall'altro mette a rischio gli investimenti che proprio le loro grandi dimensioni sono in grado di garantire e che è attualmente impensabile chiedere alle amministrazioni comunali».

«Si tratta quindi - conclude la Fictem Cgil Genova - di questioni delicate che andrebbero gestite in modo serio e omogeneo perché il rischio è che, come già succede a Imperia ai dipendenti dell'azienda pubblica Rivieracqua ai quali vengono pagati solo acconti, a fare le spese di tutto questo pasticcio siano appunto i lavoratori per la parte di applicazione dei contratti e i cittadini per la parte che riguarda il servizio e le utenze».

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