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Cronaca

Stop a bibite e snack sugli Intercity, a rischio lavoro 16 "carrellini"

I dipendenti addetti al servizio di ristorazione sui treni a lunga percorrenza rischiano di perdere il lavoro dal prossimo luglio. I sindacati chiedono aiuto a Regione Liguria

Sono annunciati dal suono di un campanello e portano ristoro ai passeggeri sui treni a lunga percorrenza. Ora, i cosiddetti "carellini" sono a rischio lavoro: 16 dipendenti genovesi della cooperativa l'Unibis (altri 9 a Milano), addetti al servizio di ristorazione sugli Intercity che rischiano di perdere il lavoro dal prossimo luglio.

I lavoratori rischiano di rimanere a terra dato che il contratto nazionale dei treni, scaduto ma prorogato, è in fase di discussione tra ministero e Trenitalia.

"Ma se il rinnovo del contratto nazionale è abbastanza scontato, altrettanto non si può dire per il suo valore e il volume delle attività che verranno ricomprese - spiega Laura Andrei, segretaria generale Filt Cgil Liguria - i primi a fare le spese di questa incertezza rischiano di essere i lavoratori più deboli, come queste 25 persone, non dipendenti diretti di Trenitalia e, anzi, legati a un subappalto del servizio nazionale di ristorazione".

Entro l'estate, queste persone rischiano di trovarsi senza lavoro e, ancora prima, senza reddito. Durante il primo lockdown, il servizio era stato soppresso sia per le regole legate al contenimento della pandemia, sia per la diminuzione di convogli e viaggiatori. Ma i ristori e gli ammortizzatori sociali avevano fatto la loro parte nel continuare a dare un sostentamento ai lavoratori. Quando i treni sono tornati a circolare a pieno regime, però, il servizio di ristorazione a bordo con i "carrellini" non è stato ritenuto fondamentale, dato che i costi non erano completamente ammortizzati a causa della riduzione dei passeggeri, ed è ripreso solo parzialmente.

Tanto che Trenitalia si dice sia intenzionata a sostituire tutto con delle macchinette self service sui vagoni. Se saltasse il rinnovo dell'appalto, dopo la proroga fino a fine giugno, per I lavoratori potrebbe voler dire licenziamento collettivo. Ma i problemi riguardano anche i prossimi cinque mesi.

Il lavoro a bordo, anche a causa della soppressione dei Thello solo parzialmente reintegrata con nuovi intercity (due coppie di treni contro i tre precedenti), non è mai ripreso a pieno: l'anno scorso c'era la cassa integrazione covid per sostenere gli addetti che prendevano servizio a rotazione. Ora, però, gli ammortizzatori sociali sono finiti, lo smaltimento delle ferie pure e la cooperativa non ha fatto richiesta di nessun altro tipo di cassa integrazione. Per questo - conclude Andrei - chiediamo alla Regione Liguria di intervenire in qualche modo a sostegno di queste persone".

Venerdì è in programma un incontro con l'azienda.

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