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Cronaca

Truffa all'Inps, denunciati altri sei "furbetti" della pensione minima

Nel mese di settembre del 2019 erano state 13 le persone denunciate con sequestri per oltre mezzo milione di euro, questa volta sono finiti nei guai sei anziani benestanti con sequestri per circa 140mila euro

Continuano, senza sosta, le articolate e complesse verifiche dei Carabinieri del Nucleo Investigativo di Genova, in collaborazione con i vertici provinciali dell’Inps, relative ai "furbetti" dell'assegno sociale. Un'operazione iniziata nell'agosto del 2018 che a settembre 2019 aveva portato alla denuncia a piede libero di tredici persone (e a sequestri per oltre mezzo milione di euro), “insospettabili” benestanti che percepivano senza averne diritto la misura di sostegno dallo Stato. 

Per lo stesso reato sono state denunciate altre sei persone, ugualmente abbienti. Si tratta di sei anziani cittadini che hanno percepito illegittimamente l'assegno sociale, la cui erogazione da parte dell'Inps è legata al possesso di specifici requisiti di età, reddito e residenza. Relativamente all’età possono beneficiare dell’assegno sociale le persone che dopo il 1° gennaio 2018 abbiano compiuto 66 anni e 7 mesi d’età e questo è stato l’unico requisito rispettato dagli indagati. Riguardo agli altri due presupposti, ovvero reddito e residenza, il beneficio viene corrisposto quale forma di prestazione assistenzialistica ai cittadini sprovvisti di reddito, ovvero aventi redditi d’importo inferiore ai limiti stabiliti dalla legge fissati in 5.889 euro annui (11.778 per i coniugati).

Inoltre, dal 1° gennaio 2009, è necessario soggiornare legalmente ed in modo continuativo in Italia per almeno dieci anni. Soggiorni all’estero del titolare che durino più di trenta giorni, salvo che ciò sia dipeso da comprovati gravi motivi sanitari, comportano infatti la sospensione dell’erogazione. La prolungata sospensione per un periodo di un anno, per il perdurare della mancata residenza sul territorio nazionale, comporta la revoca del beneficio.

I controlli, sviluppati sempre in sinergia con la direzione provinciale dell'Inps di Genova guidata dal dottor Lorenzo Leoncini, hanno permesso quindi di individuare altre sei persone (su una corposa lista di seimila aventi diritto) che non avrebbero dovuto percepire l'assegno sociale, decisivi gli incroci con le diverse banche dati disponibili. Tra gli indagati alcuni, seppur in possesso di solidi patrimoni, beni mobili ed immobili che gli consentivano una vita agiata, hanno dichiarato un falso stato di indigenza, mentre altri, benché residenti da tempo in Paesi esteri hanno parimenti falsamente certificato una residenza stabile e continuativa in Italia da almeno dieci anni.

I militari dell’Arma, al comando del Colonnello Gianluca Feroce, Comandante Provinciale di Genova, sono riusciti a scoprire due singolari casi in cui entrambi i coniugi, residenti nel quartiere di Albaro, pur non avendone titolo, avevano astutamente inoltrato autonome domande e beneficiato così per mesi dello specifico contributo.

Contestualmente al deferimento in stato di libertà è stata avanzata richiesta di sequestro preventivo per equivalente delle somme indebitamente percepite, per un importo complessivo pari a 140 mila euro ed informato prontamente l’Ente previdenziale per l’immediata sospensione del beneficio. Gli accertamenti proseguiranno da parte dell’Arma dei Carabinieri di Genova, poiché è ancora copiosa la lista dei beneficiari da verificare.

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