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Sabato, 20 Aprile 2024
Cronaca

L'inflazione galoppa. Coldiretti: "A tavola i rincari costano 650 euro in più a famiglia"

A livello nazionale l’indice dei prezzi al consumo aumenta dell’8,9% su base annua, in Liguria dell'8,7% e a Genova dell'8,2%; sui generi alimentari crescita del 10,9%, il dato più alto dal 1983 a oggi

L'inflazione in Italia continua a correre, nel mese di settembre 2022 si stima che l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività  (Nic), al lordo dei tabacchi, registri un aumento dello 0,3% su base mensile e dell’8,9% su base annua (da  +8,4% del mese precedente), dati molto simili anche in Liguria con un aumento dell'8,7%, poco più bassi per la città di Genova con il dato che si attesta all'8,2%. Sono numeri preoccupanti quelli che emergono dal consueto report Istat. 

I dati nel dettaglio: i beni alimentari trainano la crescita

L’ultima accelerazione dell’inflazione su base tendenziale si deve soprattutto ai prezzi dei beni alimentari (la cui crescita passa da +10,1% di agosto a +11,4%) sia lavorati (da +10,4% a +11,4%) sia non lavorati (da +9,8% a +11,0%) e a quelli dei servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (da +4,6% a +5,7%). Contribuiscono all’accelerazione, in misura minore, anche i prezzi dei beni non durevoli (da +3,8% a +4,6%) e dei beni semidurevoli (da+2,3% a +2,8%). Pur rallentando di poco, continuano a crescere in misura molto ampia, i prezzi dei beni energetici (da +44,9% di agosto a +44,5%) sia regolamentati (da +47,9% a + 47,7%) sia non regolamentati (da +41,6% a +41,2%); decelerano anche i prezzi dei servizi relativi ai trasporti (da +8,4% a +7,2%). Accelerano i prezzi dei beni alimentari, per la cura della casa e della persona (da +9,6% a +10,9%) e quelli dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto (da +7,7% a +8,4%) e l'Istat spiega che bisogna tornare addirittura ad agosto 1983 (+11%) per trovare una crescita dei prezzi del 'carrello della spesa' su base annua, superiore a quella di settembre 2022.

"Non sono, infatti, i beni energetici a spiegare (se non per le conseguenze che la loro crescita così ampia ha innescato) la nuova accelerazione dell’inflazione - spiega l'Istat - ma soprattutto i beni alimentari (sia lavorati sia non lavorati) seguiti dai servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona, in un quadro di crescenti e diffuse tensioni inflazionistiche. La crescita dei prezzi al consumo accelera per tutti i gruppi di famiglie, ma il differenziale inflazionistico tra le famiglie meno abbienti e quelle con maggiore capacità di spesa continua ad ampliarsi".

L'inflazione tra città e regioni: come stanno Genova e la Liguria

L’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (Nic) cresce in misura maggiore in Trentino Alto Adige con il 10,5%, seguono Sicilia (10,4%) e Sardegna (9,8%). Dati maggiori alla media nazionale dell'8,9% anche in Umbria e Veneto (9,4%), Abruzzo ed Emilia Romagna (9,2%), Puglia (9,1%), Toscana e Friuli Venezia Giulia (9%). Appena sotto Liguria, Campania e Calabria con l'8,7%, Lazio e Lombardia con l'8,4% e le Marche con l'8,3%. Le regioni in cui si registra un incremento minore sono Basilicata (7,8%), Molise (7,7%), Piemonte (7,6%) e Valle d'Aosta (7,4%).

Nei capoluoghi delle regioni e delle province autonome e nei comuni non capoluoghi di regione con più di  150mila abitanti l’inflazione più elevata si osserva a Catania (+11,0%), Bolzano e Palermo (entrambe  a +10,8%), mentre le variazioni tendenziali più contenute si registrano ad Aosta (+7,4%) e Catanzaro (+7,6%). Genova, in questo caso, ha un dato minore della media nazionale e si attesta all'8,2%.  

Coldiretti: "650 euro all'anno in più per la spesa"

Sulla base dei dati Istat Coldiretti ha stimato che i rincari della spesa alimentare costeranno alle famiglie italiane 650 euro in più durante l’anno. La causa, è da imputare ancora una volta all’esplosivo impatto dei costi energetici sulla filiera agroalimentare.  A causa dei rincari, più di un italiano su due (51%) è costretto a tagliare la spesa nel carrello, mentre un altro 18% di cittadini dichiara di aver ridotto la qualità degli acquisti, costretto ad orientarsi verso prodotti low cost per arrivare a fine mese. Solo un 31% non ha modificato le abitudini della propria spesa.

"Gli italiani - sottolineano Gianluca Boeri e Bruno Rivarossa, presidente di Coldiretti Liguria e delegato confederale -vanno a caccia dei prezzi più bassi anche facendo lo 'slalom' nel punto vendita, cambiando negozio, supermercato o discount alla ricerca di promozioni per i diversi prodotti. Accanto alla formula tradizionale del 3x2 e ai punti a premio, inoltre, si sono moltiplicate e differenziate le proposte delle diverse catene, per renderle meno confrontabili tra loro e più appetibili ai clienti".

Ma a rischio alimentare ci sono soprattutto gli oltre 2,6 milioni di persone che in Italia sono costrette a chiedere aiuto per mangiare, con i pacchi dono o nelle mense di carità: queste rappresentano la punta dell’iceberg delle difficoltà in cui rischia di trovarsi un numero sempre crescente di famiglie a causa dell’inflazione, spinta dal carrello della spesa per i costi energetici e alimentari. "Una situazione che colpisce una filiera agroalimentare dal valore di 575 miliardi di euro - continuano Boeri e Rivarossa - che rappresenta quasi un quarto del Pil nazionale e vede impegnati ben 4 milioni di lavoratori in 740mila aziende agricole, 70mila industrie alimentari, oltre 330mila realtà della ristorazione e 230mila punti vendita al dettaglio".

In agricoltura si registrano, infatti, aumenti dei costi che vanno dal +170% dei concimi al +90% dei mangimi, fino ad arrivare a un +129% per il gasolio e al +500% delle bollette per pompare l’acqua per l’irrigazione dei raccolti. Ma gli aumenti riguardano anche il vetro, che costa oltre il 50% in più rispetto allo scorso anno, il +15% del tetrapack, il 35% delle etichette, il +45% del cartone, il +60% dei barattoli di banda stagnata e il +70% della plastica.

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