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Cronaca

Incidenti stradali: vittime in calo in provincia, mercoledì il giorno più pericoloso

Questi i dati emersi durante l'Osservatorio permanente per il monitoraggio dell'incidentalità stradale, andato in scena oggi alla presenza delle istituzioni cittadine, che ha evidenziato una diminuzione degli incidenti, soprattutto di quelli mortali

Controllo diffuso sul territorio, comunicazione tra gli enti coinvolti e campagne di informazione e sensibilizzazione: sono le strategie individuate dalle istituzioni per prevenire gli incidenti stradali, che negli ultimi anno hanno subìto una diminuzione che fa ben sperare per il futuro.

Questo almeno è il dato emerso durante l’Osservatorio permanente per il Monitoraggio dell’incidentalità stradale che si è tenuto oggi in Prefettura alla presenza del prefetto Fiamma Spena, del vicepresidente della Regione Sonia Viale, dell’assessore alla Legalità del Comune di Genova, Elena Fiorini, del consigliere alla Viabilità della Città Metropolitana Gianni Vassallo e del procuratore aggiunto Francesco Cozzi, che hanno ribadito la necessità di aprire e mantenere un canale di comunicazione costantemente aggiornato individuare le criticità delle strade liguri e riuscire a intervenire per prevenire quanto più possibile incidenti stradali più o meno gravi.

Stando ai dati raccolti e presentati durante l’incontro, definiti dai partecipanti «fondamentali» per mappare il territorio e «scoprire dove investire le poche risorse economiche che abbiamo per la manutenzione delle strade», come ha sottolineato Vassallo, nel 2013 in provincia di Genova si sono verificati 5.104 incidenti, 35 dei quali mortali (una diminuzione di oltre il 100% rispetto al 2001, oltre 1000 in meno rispetto al 2010), la maggior parte avvenuti su strade extraurbane e principalmente nelle ore notturne, con picchi intorno all’una del mattino. Tra i giorni più “pericolosi”, il mercoledì, quando sono stati registrati il maggior numero di incidenti gravi, che coinvolgono principalmente autovetture (38,88%), seguite da moto e scooter (37,42%), autocarri (8,57%) e biciclette (1,64%). In oltre la metà dei casi le vittime sono i conducenti dei veicoli, mentre il restante si suddivide tra pedoni (40%) e passeggeri (5,7%).

Un tema particolarmente attuale, quello affrontato oggi, sopratutto alla luce della recente approvazione alla Camera del nuovo testo che istituisce il reato di omicidio colposo stradale, come ha spiegato anche il procuratore aggiunto Cozzi, che ha sottolineato non soltanto l'importanza della futura entrata in vigore della norma, che dovrebbe essere approvata in Senato entro la fine dell'anno, ma anche della prevenzione: «La norma prevede diversi aggravamenti della pena per quanto riguarda la condotta su strada, dall’eccesso di velocità alla guida contromano, con condanne sino a 18 anni di carcere per chi guida sotto l’effetto di alcol o droghe e revoca della patente sino a 30 anni, ma per ottenere il massimo effetto deterrente è fondamentale un sistema di prevenzione incisivo e di responsabilizzazione, da affiancare a un aumento del controllo da parte delle forze dell'ordine. Mappare le strade in cui si verificano la maggior parte degli incidenti può aiutare a prevenire questo tipo di reati. L'esempio più efficace è quello della Sopraelevata: da quando sono stati istituiti i tutor, gli incidenti si sono drasticamente ridotti».

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