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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Sospetti finanziamenti illeciti, Toti: "Tutto regolarmente registrato"

Due quotidiani hanno pubblicato altrettante inchieste, che svelano un’indagine della Procura di Genova per finanziamento illecito ai partiti, inerente alcune donazioni ricevute dal presidente Giovanni Toti da importanti imprenditori genovesi

Gli articoli pubblicati dai due quotidiani svelano un’indagine coordinata dalla Procura di Genova e condotta dalla Guardia di Finanza mirata ad accertare la natura delle donazioni ricevute dai comitati Change e Giovanni Toti Liguria. Le indagini degli inquirenti riguarderebbero una serie di donazioni fatte da alcuni importanti imprenditori liguri alle due realtà collegate all’attività politica di Giovanni Toti.

Le cifre sotto esame della magistratura sono di diverse centinaia di migliaia di euro, frutto di donazioni a beneficio dei due comitati, effettuate negli anni successivi al 2016. L’inchiesta parte da una serie di segnalazioni per operazioni sospette inoltrate da alcuni istituti di credito alla Banca Centrale d’Italia.

Queste informazioni, giunte all’attenzione delle Procura, hanno dato il via alle indagini con l’apertura di un fascicolo a carico di ignoti. Il procuratore capo Francesco Pinto e il sostituto procuratore Luca Monteverde, titolari dell'indagine, si sono concentrati sui conti correnti di Change, creata pochi mesi dopo la prima elezione di Giovanni Toti come presidente della Regione e poi diventata fondazione. Secondo quanto pubblicato da Domani e Il Fatto Quotidiano, l’ipotesi di reato su cui sta indagando la procura sarebbe quella di finanziamento illecito ai partiti.

Nello specifico la fondazione Change e il comitato Giovanni Toti Liguria avrebbero beneficiato di donazioni che, in realtà, sarebbero state destinate all’attività politica del presidente della Regione e del suo partito. Sarebbe lo stesso statuto di Change a specificare che lo scopo principale della fondazione sarebbe quello di “raccogliere i fondi necessari per il sostegno di attività politiche o comunque per il sostegno di attività, ovunque svolte da partiti politici, movimenti e liste politiche e dal già esistente comitato denominato ‘Giovanni Toti Liguria’, promuovendo il medesimo Comitato e sostenendone le iniziative”.

Il governatore Toti ha sempre ribadito che ogni somma percepita dalla fondazione e dal comitato è regolarmente rendicontata e dichiarata nel rispetto delle norme vigenti, oltre ad essere disponibile sul sito web di Change. Secondo quanto rivelato dalle inchieste giornalistiche, i magistrati, nel marzo del 2021, avrebbero perquisito l’ufficio di alcune delle aziende che hanno erogato somme a favore dei comitati per verificare che tali donazioni siano state sottoposte e approvate dal C.d.A. (consiglio di amministrazione), come imposto dalle norme di legge sui finanziamenti privati ai partiti politici.

Oltre alla liceità delle donazioni, sotto la lente d’ingrandimento degli investigatori, ci sarebbero anche possibili conflitti di interesse tra Giovanni Toti e gli imprenditori che ne hanno finanziato le attività politiche. Infatti, come scritto da Domani e Il Fatto Quotidiano, tra i maggiori benefattori della fondazione Change ci sarebbero alcuni dei più importanti esponenti dell’imprenditoria ligure, con rilevanti interessi nell’economia della regione.

Dal 2016 ad oggi la fondazione Change e il comitato Giovanni Toti avrebbero ricevuto oltre 2 milioni di euro di donazioni, rendendo il presidente della Regione uno dei politici più finanziati degli ultimi anni.

Tra i sostenitori di Change ci sarebbero la Europam, gruppo energetico con sede a Genova e interessi nelle forniture di gas e nelle pompe di benzina, la società di navigazione Moby, dell'armatore Vincenzo Onorato, che nel 2019 ha donato 100 mila euro a Change, e un imprenditore napoletano attivo nel settore dei rifiuti e dell’energia.

Queste sono state anche le società che hanno ricevuto la visita della Guardia di Finanzia e le cui donazioni sarebbero state segnalate a Bankitalia negli scorsi mesi. Il quotidiano Domani, in particolare, sottolinea come molte della attività imprenditoriali dei finanziatori dei comitati vicini a Toti dipendano da concessioni e provvedimenti delle Regione. Una circostanza che metterebbe il presidente ligure in una situazione di conflitto di interessi con la sua attività di pubblico amministratore.

Giovanni Toti, attraverso il suo staff, ha voluto rispondere così alle inchieste pubblicate dai due quotidiani:

“Per quanto concerne gli articoli pubblicati oggi dai quotidiani 'Domani' e 'Il Fatto Quotidiano' circa i finanziamenti dei Comitati Change e Giovanni Toti Liguria, al netto delle volute suggestioni e delle allusioni dal sapore tutto politico che niente hanno a che fare col giornalismo, nel merito dei fatti si tratta di informazioni già più volte diffuse con lo stesso intento squisitamente denigratorio".

Lo staff del presidente della Regione Liguria e cofondatore di Coraggio Italia sull’inchiesta per presunti finanziamenti illeciti ricevuti dal governatore e su cui starebbe indagando la Guardia di finanza su mandato della Procura di Genova:

"Nei fatti i finanziamenti di cui si parla sono tutti regolarmente registrati nei termini di legge, si riferiscono a molte annualità di bilancio e sono stati erogati con rigorosa attenzione a quanto previsto dalle norme di legge che regolano la materia".

Per concludere lo staff del presidente delle Regione sottolinea:

"Sempre in riferimento agli articoli pubblicati oggi dai quotidiani 'Domani' e 'Il Fatto Quotidiano' circa i finanziamenti dei Comitati Change e Giovanni Toti Liguria, si precisa che non siamo a conoscenza diretta di alcuna indagine, né risultano indagati".

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