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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca San Colombano Certenoli

Incendio e truffa da 600mila euro: obbligo di dimora per un agente immobiliare

L'inizio della vicenda nel 2020 con l'incendio di una palazzina (allora abitata) a Villa Oneto, fatto che aveva preoccupato molto la popolazione: la ricostruzione

È considerato dagli investigatori la mente di una truffa per oltre 600mila euro, nonché uno dei mandanti dell'incendio che - nel 2020 - distrusse una palazzina a San Colombano Certenoli: per questo un agente immobiliare di 47 anni, originario di Genova e con attività nel Tigullio, è stato sottoposto alla misura cautelare dell'obbligo di dimora.

L'incendio doloso: cos'era successo

L'operazione dei carabinieri della compagnia di Sestri Levante, denominata "Flashover", parte nel 2020, con l'incendio doloso che distrusse una palazzina residenziale di tre piani a Villa Oneto, frazione di San Colombano Certenoli. Le fiamme, che si erano sviluppate poco prima di mezzogiorno, in breve tempo avevano completamente divorato tre appartamenti dell’immobile, provocando il crollo totale dei solai e del tetto. Il disastro aveva destato grande preoccupazione tra la popolazione poiché parte del palazzo era abitato: solo per puro caso non si erano registrate vittime o feriti.

A causa delle dimensioni dell’incendio - favorite dalle strutture in legno che avevano agevolato la propagazione delle fiamme - le operazioni di spegnimento si erano protratte fino a tarda sera e avevano visto coinvolte numerose squadre dei Vigili del Fuoco di Chiavari e Rapallo.

Incendio a San Colombano Certenoli, crolla il tetto di una palazzina

Inizialmente la causa dell’incendio era stata ricondotta ad un innesco di natura accidentale. Ma le indagini condotte dai militari e coordinate dal sostituto procuratore Gabriella Dotto ne avevano acclarato la natura dolosa. Infatti, un sopralluogo eseguito dai carabinieri di Sestri Levante, in collaborazione con la squadra di polizia giudiziaria dei vigili del fuoco di Genova, aveva permesso di rivelare la presenza di sostanze acceleranti nel punto di origine.

La successiva attività investigativa - seppur complessa a causa dei numerosi stratagemmi degli autori per non essere rintracciati e confondere le tracce - aveva consentito di ricostruire i fatti, a partire dal sopralluogo preliminare effettuato dai malviventi per studiare la posizione e le caratteristiche della palazzina.

I militari, dopo quasi un anno di indagini serrate, il 20 luglio 2021 avevano arrestato un manovale 48enne di origini calabresi e due fratelli residenti nel Tigullio, rispettivamente di 43 e di 29 anni, tutti ritenuti a vario titolo gravemente indiziati della pianificazione e dell’esecuzione dell'incendio.

Incendiarono palazzina, auto e scooter: tre arresti

La truffa

Dopo l’arresto dei tre esecutori materiali del rogo, le indagini volte a stabilire il movente dell’incendio non si erano arrestate. Gli uomini dell’Arma avevano accertato in particolare che la palazzina era assicurata con una nota compagnia. Nei mesi prima dell’incendio, inoltre, l’edificio era stato oggetto di lavori di ristrutturazione dai contorni anomali, per questa ragione finiti sotto la lente di ingrandimento degli inquirenti. Da qui il sospetto che l’incendio doloso potesse nascondere una frode assicurativa.

Fece dare fuoco a una palazzina per intascare il risarcimento

I carabinieri del Nucleo Operativo di Sestri Levante hanno seguito questa pista investigativa, che li ha condotti nello scorso autunno fino a un imprenditore edile di Chiavari, titolare dell’impresa che nel mese di settembre 2020 aveva stipulato con la società proprietaria dell’immobile un contratto per la ricostruzione dell’edificio distrutto dalle fiamme.

Gli elementi raccolti dagli inquirenti avevano permesso di stabilire che l’incendio era stato commissionato dall’imprenditore ai due fratelli arrestati nel mese di luglio scorso, con la fondamentale intermediazione del manovale di origini calabresi, anch’egli arrestato a luglio, allo scopo di conseguire un beneficio economico dall’ottenimento dell’appalto per i lavori di ricostruzione post-incendio. Lavori che sono stati poi effettivamente commissionati a una ditta di costruzioni collegata alla famiglia dell’imprenditore arrestato il 6 novembre scorso. Le indagini avevano infatti acclarato che l’ingente ristoro assicurativo, quantificato in circa 600mila euro che la società di assicurazioni avrebbe dovuto elargire alla società proprietà dell’immobile, sarebbe stato utilizzato per finanziare la ristrutturazione dell’immobile “post incendio”.

Invece la riqualificazione prima del rogo era stata appaltata a un’altra società, sempre in qualche modo riconducibile allo stesso imprenditore calabrese. Tuttavia pare che i risultati di quella prima ristrutturazione fossero viziati da gravi errori. Forse da qui la decisione di “sanarli”, distruggendo tutto per poi ricostruire sulla solida base del risarcimento che sarebbe stato elargito dall’assicurazione.

La mente dietro al piano

Dopo l’arresto dell’imprenditore, l’attività investigativa di Procura e carabinieri non si è fermata. I militari hanno scalato un altro gradino di questa piramide, fino a raggiungere quella che ritengono essere la vera mente di tutto il piano: un agente immobiliare di 47 anni, operante nel Tigullio, che si è accertato essere l’amministratore di fatto della società proprietaria dell’immobile dato alle fiamme, nonché il materiale sottoscrittore della polizza assicurativa. I 600mila euro elargiti dall’assicurazione sarebbero spettati proprio a quella società, che avrebbe potuto scegliere come impiegarli: se utilizzarli per la ristrutturazione o incamerarli. 

Secondo gli investigatori, sarebbe stato proprio l’agente immobiliare, insieme all’imprenditore arrestato, a trarre i maggiori benefici economici da questa operazione fraudolenta.

I gravi indizi di colpevolezza raccolti, uniti al rischio di inquinamento del quadro probatorio, oltreché a quello della reiterazione del reato, hanno indotto il Giudice per le Indagini Preliminari ad emettere a carico dell’agente immobiliare l’ordinanza applicativa dell’obbligo di dimora nel comune di residenza, con divieto di uscire dalle 19 alle 7, eseguita dai carabinieri del Nucleo Operativo di Sestri Levante.

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