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Cronaca

Incendi boschivi, 2022 anno nero anche in Liguria. Coldiretti: "Agricoltori custodi del territorio"

A confermare la drammatica situazione, l’analisi della Coldiretti su dati Effis, divulgata in occasione della firma del protocollo tra la Confederazione Nazionale, Vigili del Fuoco e Associazione Agrivenatoria Biodiversitalia

Con siccità no-stop, conseguente emergenza idrica e temperature in crescita, in Italia aumenta esponenzialmente anche il rischio incendi. Secondo le stime, nel 2022 è stato registrato un+74% dei roghi rispetto alla media degli ultimi sedici anni: un dato allarmante, soprattutto se si pensa che – solo all’inizio dello scorso agosto – si parlava di 5 grandi incendi ogni giorno dall’inizio dell’estate 2022, con migliaia di ettari di boschi e campi in fumo da nord a sud della Penisola e danni all’ambiente, all’economia, al lavoro e al turismo. Non fa eccezione, tra le regioni italiane, la Liguria che l'anno scorso è stata vittima di violenti roghi.

A confermarlo anche l’analisi della Coldiretti su dati Effis, divulgata in occasione della firma del protocollo tra la Confederazione Nazionale, Vigili del Fuoco e Associazione Agrivenatoria Biodiversitalia. La firma tra il presidente di Coldiretti, Ettore Prandini, il capo dipartimento dei Vigili del Fuoco del Soccorso pubblico e della Difesa civile, prefetto Laura Lega, e il presidente dell’Associazione AB, Niccolò Sacchetti, ha avuto luogo alla presenza del sottosegretario al Ministero dell’Interno, Emanuele Prisco, e del Capo del Corpo nazionale dei Vigili del Fuoco, Guido Parisi.

Il problema incendi in Liguria

Un problema annoso e preoccupante quello degli incendi boschivi, per tutta Italia e per la Liguria in maniera particolare, che solo nell’estate 2022 è stata vittima di violenti roghi. Ultimo in ordine di tempo – e sicuramente tra i più violenti registrati nel passato recente – è quello che da sabato 6 agosto 2022 a metà della settimana successiva ha invaso la piana di Albenga, nel Savonese, con fiamme partite dall’area boschiva alle spalle di Albenga ed estese successivamente all’intera area compresa tra i Comuni di Arnasco, Villanova d'Albenga e Ortovero e conseguente distruzione di uliveti e vigneti, campi, abitazioni e aree boschive.

“A preoccupare – spiegano Gianluca Boeri, Presidente di Coldiretti Liguria, e Bruno Rivarossa, Delegato Confederale – sono da sempre in particolare la disattenzione e l’azione dei piromani, con il 60% degli incendi che si stima sia causato dalla mano dell’uomo. Le alte temperature e l’assenza di precipitazioni hanno nel tempo inaridito i terreni, favorendo l’innesco delle fiamme nelle campagne e nei boschi, spesso abbandonati a causa della chiusura delle aziende agricole, che non possono più svolgere una funzione di controllo e monitoraggio per intervenire tempestivamente”. Per difendere i boschi, dunque, occorre anche, e soprattutto, “creare le condizioni economiche e sociali per contrastare l’allontanamento dalle campagne e valorizzare quelle funzioni di vigilanza, manutenzione e gestione del territorio svolte dagli imprenditori agricoli, anche nei confronti delle azioni criminali”.

Il protocollo firmato: cosa prevede

In questo scenario, la firma del Protocollo in questione prevede il supporto logistico a favore del Corpo nazionale dei Vigili del Fuoco per le attività di lotta attiva agli incendi di bosco o per rischi idrogeologici, con gli agricoltori che mettono a disposizione spazi per i mezzi di pronto intervento e partecipano a progetti mirati per lo sviluppo di procedure per l’allertamento delle squadre operative dei pompieri in caso di emergenze. Il secondo asse della collaborazione prevista dall’accordo riguarda il supporto al Corpo nazionale dei Vigili del Fuoco da parte di Coldiretti ed AB, con eventuale formazione a favore degli operatori VVF per interventi finalizzati alla gestione di insetti pericolosi – quali, ad esempio, gli imenotteri aculeati – anche al fine di preservare l’ecosistema e la biodiversità, con la messa in sicurezza delle api.

“Nella lotta agli incendi – commenta la Coldiretti – è determinante la velocità di azione. Gli agricoltori sul territorio costituiscono una rete naturale e diffusa di sorveglianza, senza la quale il conto delle devastazioni sarebbe molto più pesante. Tutto questo, però, li espone anche a gravi rischi, specie in una situazione dove la siccità e le alte temperature favoriscono l’espandersi rapido delle fiamme”.

“L’obiettivo condiviso – spiegano Boeri e Rivarossa – è quello di realizzare un’infrastruttura di sicurezza ecologica, mettendo a disposizione l’esperienza e la conoscenza dei luoghi propria dei nostri agricoltori, soprattutto per quel che concerne le aree interne del Paese, per coadiuvare l’intervento di monitoraggio e di contrasto a incendi e calamità naturali”.

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