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Cronaca Cornigliano / Via Lodovico Antonio Muratori

Ilva: Taranto chiama Genova risponde, assemblea permanente

Dopo lo sciopero di ieri, martedì 27 novembre 2012, con corteo per le vie della città e blocchi al traffico, i lavoratori dell'Ilva di Cornigliano si sono radunati in assemblea permanente. Domani, giovedì 29 novembre 2012, vertice a Roma

Taranto chiama, Genova risponde con 1500 metalmeccanici dello stabilimento Ilva di Cornigliano scesi ieri, martedì 27 novembre 2012, in corteo a bloccare il casello di Genova Ovest e tutto il ponente della città. E alla fine della giornata, quando arriva l'ufficializzazione della notizia del vertice a Roma tra Governo, sindacati ed enti locali, e contemporaneamente il 'no' dell'azienda a sospendere fino a giovedì la decisione di chiudere l'Ilva di Genova, arriva anche l'occupazione dello stabilimento con un'assemblea permanente che non esclude nuove iniziative di lotta.

Sono scesi in strada con i caschi gialli della fabbrica e con i mezzi pesanti: una pala meccanica da 150 quintali, un enorme autospurgo, un camion da due tonnellate. Con le bandiere della Fiom e della Fim, con il panino in tasca perché "la giornata sarà di quelle lunghe".

Già lo sapevano che sarebbero arrivati all'autostrada ma per arrivarci hanno fatto impazzire le forze dell'ordine con un improvvisato zig zag tra le stradine di lungomare Canepa. Poi, alla fine, mentre la pala meccanica posava l'enorme benna a chiudere la rampa d'accesso al casello e gli operai collocavano cassonetti e transenne, è arrivata la notizia che giovedì si sarebbe tenuto il vertice per decidere un decreto legge e far ripartire gli stabilimenti.

Vicino al casello, accanto ai camionisti in fila che attendevano pazientemente che si sciogliesse il blocco, sono arrivati anche gli assessori regionali al lavoro e alle attività produttive, Enrico Vesco e Guccinelli. «Il governo deve fare il suo dovere - hanno detto - non possiamo permetterci che l'acciaieria chiuda. Occorre un decreto che non perdoni chi ha inquinato, che stabilisca tempi certi per il risanamento di cui si deve far carico Riva, ma soprattutto un decreto che consenta di far ripartire la fabbrica».

Intanto, il segretario della Fiom-Cgil di Genova, Franco Grondona, ha chiamato il capo del personale di Ilva Genova chiedendo di sospendere la decisione di chiusura dello stabilimento in attesa del risultato del vertice di giovedì. Davanti al 'no' dell'azienda, il lungo corteo ha ripreso il cammino 'liberando' l'autostrada per dirigersi verso lo stabilimento.

La notizia dell'occupazione degli uffici di Ilva a Taranto a quel punto aveva già fatto il giro dei lavoratori genovesi che si sono incamminati per ritornare allo stabilimento. «In 40 anni di siderurgia - ha detto Grondona - non ho mai visto l'occupazione di una acciaieria». E infatti da lì a poco, quando gli operai saranno tutti dentro la mensa aziendale, nessuno la chiamerà 'occupazione' per evitare l'autodenuncia di un reato penale.

«Sarà assemblea permanente - ha detto Grondona -, staremo qui notte e giorno fino a giovedì quando andremo a Roma e per questo vi chiedo fermezza e disciplina. Faremo i turni, qui e in altri luoghi dello stabilimento. E che l'Ilva sappia che è anche contro la sua arroganza e la sua stupidità che facciamo questo. Il 'no' a sospendere il provvedimento di chiusura dello stabilimento per aspettare i risultati del vertice di giovedì sono un insulto e una provocazione».

La rabbia dei metalmeccanici genovesi cresce dentro la mensa dello stabilimento affacciato sul mare che solo fino a pochi mesi fa lavorava 1 milione di tonnellate d'acciaio e occupava 2 mila persone (Ansa).

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