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Cronaca

Sindacati: «Gaslini come la Ferrari? Di rosso solo i conti»

Grido di allarme dei delegati Rsu Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl Istituto G. Gaslini

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di GenovaToday

Preso atto dei nuovi assetti gestionali che il Cda dell'Istituto ha deliberato, decisioni queste che avranno senz'altro un peso nel prossimo futuro ma di cui naturalmente non siamo stati messi a conoscenza, ci permettiamo quindi di insistere sulla sempre più impellente necessità di fare emergere chiaramente la direzione nella quale si vuole orientare un Irccs come il nostro. Come organizzazioni sindacali, vogliamo tentare con questo ennesimo grido di allarme, di  riportare l'attenzione ai fatti, perché a furia di parlare di lotte al vertice, nemici che poi alla prova dei fatti hanno preso e continuano a prendere decisioni all'unisono, o eventi pubblicitari ridondanti, di cui non conosciamo le reali ricadute sul funzionamento dell'istituto, non vorremmo che ci si dimenticasse dell'ospedale reale, che mai come in questo periodo sta soffrendo in ogni sua componente per lo scollamento crescente tra il management e la realtà operativa.

L'ospedale, che deve subire un piano di rientro triennale di 13 milioni e che soffre da tempo di carenze croniche, che ad oggi non ha ancora un bilancio di previsione certo, (siamo a giugno e non sono ancora stati sottoscritti i budget 2018 delle unità operative); che ha dovuto risparmiare sugli appalti, e soprattutto verso i servizi essenziali (clinica, assistenza e ricerca) che al contrario dovrebbero essere sostenuti; che continua ad affidarsi a piani di riorganizzazione che non hanno mai visto la luce; o che, peggio ancora, hanno determinato l'assegnazione di posizioni anche in aperto contrasto con le normative vigenti.

Da tempo stiamo chiedendo alla dirigenza, al presidente e al consiglio di amministrazione dell'Istituto così come all'arcivescovo di Genova come presidente della Fondazione Gaslini, come intendano uscire da questa situazione, senza avere però alcun riscontro (siamo ancora in attesa di una convocazione sui bilanci della Gaslini Onlus e del Cisef (Centro Internazionale di Formazione) dove l'Istituto e la Fondazione per anni hanno sostenuto ingenti spese. Da tempo chiediamo come sono gestititi i soldi che i cittadini danno per il nostro Istituto. Vogliamo sapere come verranno spesi i proventi derivanti da varie operazione di marketing come la partita del Cuore, iniziativa meritoria che ha coinvolto personalità e tanti cittadini. Finiranno anche questi nelle casse della Regione Liguria?

E mentre attendiamo risposte, ogni giorno ci troviamo di fronte a situazioni mal gestite come quella delle sale operatorie (è dall'inizio dell'anno che si doveva assumere personale per le attività di sala), così come per la quasi totalità dei reparti dell'Istituto dove i lavoratori sono costantemente costretti a rientri aggiuntivi, per la carenza di personale. Risulta sempre più evidente come tutto questo risenta di una gestione con logiche distanti nel concreto dall'utenza, ma altisonanti nella propaganda. Così non si può andare avanti, è molto che lo diciamo, abbiamo tentato di coinvolgere anche il Consiglio di Amministrazione, i cui membri, singolarmente hanno espresso distanza dalla gestione in essere, salvo poi, analogamente alla Dirigenza dell'Istituto, condividere ogni decisione.

Il presidente aveva detto che il Gaslini sarebbe diventato come la Ferrari, mentre di rosso al momento vi sono solo i conti dell'Istituto. Mentre l'ospedale reale, come sempre, sta andando avanti solo grazie all'impegno dei tanti professionisti sul campo, nonostante il grado di scoramento e preoccupazione cresca ogni giorno.

Non ci stancheremo mai di affermare che il Gaslini deve compiere ogni sforzo per rimanere un grande Istituto, curando al meglio i pazienti, rilanciandosi, innanzitutto non perdendo i professionisti che ha e al contempo cercando di attrarre professionisti in grado di effettuare le migliori performance, insomma mantenere e migliorare quello che il nostro Istituto è sempre stato.

Per noi la bussola si sta smarrendo, sentiamo solo parlare da una parte di ristrettezza, di tagli da mettere in campo e dall'altro di iniziative di gestione lontanissime dal cuore di un Istituto come il nostro, con una visione/gestione sempre più privatistica, intesa come proprietà di qualcuno. Lo ribadiamo, dall'assistenza alla ricerca il malcontento è enorme e si ripercuote inevitabilmente sull'organizzazione.

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